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Cronaca

Vino umbro mischiato con quello spagnolo e venduto per italiano, nei guai un'azienda vinicola

Sotto processo per frode in commercio i responsabili di tre ditte che avrebbero esportato quasi diecimila bottiglie, per un valore di oltre 300mila euro, in Inghilterra, Germania e Danimarca

Il vino era venduto come italiano, ma sarebbe stato miscelato con quello spagnolo e poi esportato in Inghilterra, Germania e Danimarca. Quasi diecimila bottiglie di vino adulterato che secondo la Procura di Perugia configurano il reato di frode in commercio e per questo è stato chiesto il giudizio per i responsabili di tre aziende, riconducibili tutte ad una medesima società.

Per l’accusa l’azienda non avrebbe mai potuto imbottigliare e vendere quasi 10mila bottiglie di vino (da 0,75 e da 1 litro), come si evince dagli ordini e dalle bolle di consegna nell’anno 2015. Quel quantitativo di prodotto si sarebbe potuto raggiungere solo miscelando il vino italiano con quello comperato in Spagna. Così affermano gli ispettori del ministero delle Politiche agricole inviate su richiesta della Procura perugina.

Secondo gli ispettori la prima azienda avrebbe acquistato il vino spagnolo e l’avrebbe inviato ad una seconda azienda per la miscelazione e l’imbottigliamento, da lì il prodotto sarebbe finito ad una terza ditta che provveda a spedire il prodotto all’estero per un valore di oltre 300mila euro.

Le ditte sarebbero tutte collegate tra di loro e riconducibili ad un’azienda i cui titolari, difesi dall’avvocato Francesco Angeli, sono finiti sotto processo. La difesa sostiene che non c'è prova dell'avvenuta miscelazione, anzi viene proprio negata e che il vino venduto era perfettamente made in Italy.

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