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Cronaca

L'INVIATO CITTADINO Via Ripa di Meana, the day after: "Tutto a posto, niente in ordine"

Via Ripa di Meana: the day after. Tutto a posto, niente in ordine. Rimosse le più evidenti criticità, ma la zona non è messa definitivamente in sicurezza. E meraviglia che – forse senza alzare la testa (la frana è evidentissima) – ci sia gente che ha parcheggiato l’auto in prossimità delle transenne che delimitano il tratto stradale ad alto rischio di caduta alberi e ulteriori frane. Lì vicino restano rami e fogliame. Se avessero visto il risultato degli schiacciamenti di ieri, avrebbero cercato un altro stallo. Che dire sul futuro? Il rischio aumenta se, come sembra, si prevedono piogge nel corso della settimana corrente e della prossima. Forse la frittata è pronta per la cottura. Il terreno è infatti fradicio e sono state rimosse solo le piante stroncate o trascinate a valle dallo smottamento del terreno.

Ma altre sono in predicato di caduta, come ci dice uno specialista, che osserva: “Si tratta anche di acacie, alberi fragili e poco radicati. Inoltre, come si può ben vedere, sono fortemente inclinate e pervase da edere, parassiti e rampicanti che avvolgono tronco e rami”. “In queste condizioni – aggiunge – la pianta soffre, non ricevendo luce solare, e si ammala. Andrebbero, quanto meno, liberate da queste essenze opportunistiche”. Ci si fa poi ancora notare che quelle piante sono in forte pendenza, sulla scarpata, col baricentro spostato verso la strada. Basta un ulteriore appesantimento, una folata di vento più forte del solito, un cedimento del terreno poco compatto perché si ripeta, in forma ancora più grave, quanto è già avvenuto. Che fare? “Continuare il lavoro di taglio degli alberi pericolanti, senza aspettare che accada il peggio”.

Non è possibile che si intervenga sempre in emergenza. Qualche volta occorre prevedere e prevenire. Altrimenti è inutile piangere sul latte versato. Un’ultima osservazione: gli abitanti degli edifici soprastanti possono dormire sonni tranquilli? Chissà. È certo che non si può sempre contare sull’italico “stellone”. O, per dirla alla perugina,sull’equivalente dello scaramantico numero 23.

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