Omicidio via Ricci, parla Valerio ai Pm: "Io non c'entro niente con questa storia"
Il giovane accusato dell'omicidio di Alessandro Polizzi e del ferimento di Julia Tosti è stato interrogato per quasi due ore dai Pm. Si è detto completamente estraneo dall'azione punitivo ribadendo che lui era in Ospedale
"Non sapevo di nessuna spedizione punitiva contro Alessandro Polizzi: io non c'entro niente con questa terribile storia". Valerio Menenti, arrestato per l'omicidio insieme al padre Riccardo del povero Alessandro, ha finalmente risposto alle domande degli inquirenti dopo il primo interrogatorio dove si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ha respinto tutte le accuse ribadendo in più passaggi che "la notte dell'omicidio ero all'ospedale con il naso rotto e da lì non mi sono mai mosso come potete verificare dalle telecamere".
Il giovane tatuatore, riferendosi al padre Riccardo, avrebbe spiegato solo che il genitore "era a conoscenza di chi lo aveva mandato in ospedale in diverse occasioni per via dei litigi per Julia". Lui stesso gli lo aveva detto dando spiegazioni di queste risse continue dove si ritrovava vittima e protagonista.
Non filtra né da ambienti giudiziari né dai magistrati cosa e se il giovane abbia risposto a due domande considerati cruciali: la prima, relativa alle chiavi dell'abitazione di via Ricci che si sospetta avesse ancora dopo la fine del rapporto con Julia. Gli inquirenti sono convinti che il killer non ha avuto bisogno di farsi aprire o di sfondare i due ingressi (quello del Palazzo e l'altro del portone di casa).
La seconda domanda: se ha avuto dei sospetti o se ha saputo qualcosa dal padre sul progetto di una spedizione punitiva che ha poi portato alla morte di Alessandro e al ferimento di Julia Tosti. L'avvocato Luca Patalini, che difende Menenti insieme a Massimo Krogh e Alessia Papi si è limitato a dire che "Valerio ha risposto a tutte le domande del pm. Sostenendo la sua completa estraneità all'omicidio e al ferimento della ex fidanzata".
