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Cronaca Madonna Alta / Via Ettore Ricci

Omicidio via Ricci, Alessandro ha fronteggiato il killer per proteggere Julia

Gli inquirenti stanno facendo il punto sulla dinamica dell'omicidio - la ricostruzione di Julia - ed hanno anche ascoltato l'ex fidanzato. I dubbi su un'arma (del 1934) non proprio da "professionisti"

Il Pm Antonella Duchini e gli agenti della Mobile, diretti da Marco Chiacchiera, stanno analizzando le testimonianze raccolte sull'omicidio di via Ricci dove ha perso la vita Alessandro Polizzi. Le dinamiche della "esecuzione" sono state ribadite, nonostante lo stato di shock, da Julia Tosti dopo le cure per la ferita al braccio - colpo d'arma di fuoco - e alla testa. L'uomo con il cappuccio ha incominciato a dare dei forti colpi al portone dell'appartamento. Subito si è alzato Alessandro dal letto allarmato dai colpi. Una volta sfondata la porta i due si sono fronteggiati nel corridoio. L'ìncappucciato prima di sparare ha colpito con una chiave inglese alessandro facendolo cadere a terra.

La vittima cercava di proteggere in tutti i modi Julia che anche lei si trovava disperata sul corridoio. Il killer ha esploso due colpi alla testa e al torace di Alessandro mentre si trovava a terrà già ferito. Poi si è diretto verso la ragazza ma non ha sparato subito: ha picchiato la ragazza che cercava di scappare. Poi lo sparo ravvicinato al braccio. A quel punto però il killer ha capito di aver fatto troppo trambusto. Qualcuno aveva sentito - la famiglia al piano di sotto - ed aveva avvertito la Polizia. Da qui la decisione della fuga. Non si ha certezza se ha gettato la pistola oppure gli sarebbe caduta di mano. A Julia gli inquirenti  che non escludono nessuna pista, hanno chiesto di raccontare il suo rapporto con l'ex fidanzato con cui Alessandro aveva avuta una furiosa lite - rottura del setto nasale e ricovero -. Questa lite sarebbe avvenuta dopo uno schiaffo in pieno volto dato dall'ex a Julia.

Da qui la reazione, dopo un po' di minuti, di Alessandro. Il padre di Julia Tosti alla stampa ha sveltato altri episodi: schiaffi, vetri rotti, gomme dell'auto bucate e una volta lasciata a piedi sotto la pioggia per via di un litigio.

E proprio Alessandro, all'epoca nei panni dell'amico, aveva più volte difeso la ragazza. Ma tutto questo può essere una pista ma non certo delle accuse che possono dare un volto e un nome al killer. C'è anche un ostacolo in questa vicenda: l'ex fidanzato è attualmente ricoverato. Lo era anche alle 3,20 del 26 marzo. Comunque è stato lungamente sentito dagli inquirenti. Chi è entrato nella casa sapeva che da poco Julia si era trasferita. Sapeva il piano. Sapeva che non era sola nonostante non convivesse in maniera fissa con Alessandro. Ma soprattutto è entrato in scena appena un'ora prima del ritorno a casa di Julia e Alessandro. Li seguiva? E poi c'è quella pistola. Una strana pistola del 1934. Un residuato bellico. Arnese da lavoro poco consono per un killer professionista se si pensa ad altre piste piuttosto che quella della gelosia.Il caso è aperto.

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