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Cronaca

La proposta: riaprire Il misterioso e suggestivo vicolo degli "Assassini" in centro storico

La riapertura di via degli Assassini avrebbe un costo vicino allo zero, ma esiti culturali e turistici di sicuro interesse

Oltre a quella che conosciamo, c’era una porzione di via delle Cantine, inclusa negli scavi della cattedrale. Si tratta della parte di un’altra via urbana dell’acropoli, chiusa da tempo immemorabile. Bella, perché un po’ misteriosa e incapsulata tra antichi edifici. “È stata inglobata – dice il priore dei canonici, monsignor Fausto Sciurpa – in uno dei tanti rimaneggiamenti che hanno interessato il complesso monumentale”. E il percorso archeologico oggi la svela compiutamente. Sulla questione ha svolto un’interessante relazione l’archeologa Luana Cenciaioli, direttrice del Manu.

L’attuale vicolo transitabile  inizia invece da via Ulisse Rocchi, davanti alla ex libreria “L’Altra”, e sbocca di fronte all’arco di via Appia.   Il vicolo – nella sezione oggi aperta e pedonabile – lega dunque via Rocchi a via Baldeschi. La sua denominazione (“cantine”) si rifà alla destinazione storica del sito, dove un tempo si trovavano le enormi cantine dei canonici della cattedrale. Vino contenuto in botti gigantesche, in grado di accogliere e conservare l’enorme quantità di prodotto, proveniente dai possedimenti del Capitolo e della curia.

Le Cronache del Fabretti raccontano che il vino (in difetto d’acqua) sarebbe stato usato, nel 1315, per spegnere un colossale incendio che stava divorando gli edifici dell’antico comune e del vescovato. Proprio in corrispondenza delle antiche cantine e nelle fondazioni della cattedrale, gli scavi dell’ingegner Vagni hanno riportato alla luce delle preesistenze etrusche e romane, oggi visitabili in un percorso archeologico strutturato.

Si parla di ruderi, forse appartenenti a un antico tempio di Vulcano o di Pallade (la cui statua fu portata a Roma da Augusto), sul quale sarebbe stata poi edificata la cattedrale di San Lorenzo, secondo un concetto di riuso vigente nell’antico. Quando, spesso, il culto delle nuove divinità di sovrapponeva o subentrava a quello delle culture precedenti.

Sempre in zona è stato incapsulato un altro antico vicolo (detto “degli Assassini”) che collega piazza Danti con la stessa via delle Cantine sul lato nord del duomo. Nell’intersezione tra il vicolo e la via ci sono esiti della parte più antica della stessa cattedrale. Questo vicolo è da tempo chiuso, frazionato e usato come magazzino/deposito. Ma lo si potrebbe riaprire, facendone un percorso coperto, fiancheggiato da negozi di eccellenze locali.

Il vicolo degli Assassini deve il proprio nome al fatto che l’isolamento in cui si trovava e l’oscurità che lo avvolgeva potevano dar luogo a cattivi incontri, con conseguenze addirittura letali.

È certo che la zona fosse scarsamente illuminata, come prova la creazione, nella vicina via delle Volte, della famosa Maestà, con torce (e poi lampade perpetue), al fine di mettere sotto controllo le attività criminali e il meretricio che vi avevano luogo.

Oggi via degli Assassini, sul lato di via delle Cantine, è protetta da una robusta cancellata metallica, sormontata da una croce Che ci vorrebbe a riaprirla, almeno allo scopo di compiervi sopralluoghi turistici e visite guidate? Magari a favore dei numerosi visitatori del museo del Capitolo, posto all’interno delle Logge di San Lorenzo, o dei visitatori degli scavi. La riapertura di via degli Assassini avrebbe un costo vicino allo zero, ma esiti culturali e turistici di sicuro interesse.

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