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Cronaca

Gomitolo, di via Alessi… oltre 40 anni, ma non li dimostra: cambiata sede e rifatto il look

Ma non ha rinunciato alla sua mission culturale e aggregativa

“Gomitolo”, storico negozio di filati in via Alessi… oltre 40 anni, ma non li dimostra. Adesso ha cambiato sede (si è spostato al civico 7) rifacendosi pure il look, ma non è mutata la sua mission culturale e aggregativa. La signora Antonietta Terradura ha una vocazione che va oltre la vendita di filati. Fin da bambina, sognava un atelier per dare sfogo alle sua appassionata capacità di trasformare indumenti. Vere metamorfosi, svolte in un clima amichevole e confidenziale. Un pantalone che diventa gonna o viceversa (e l’Inviato Cittadino, figlio di sarto, sa quanto impegno richiedano queste trasformazioni).

I clienti non sono visti come tali, ma si tratta di amici, soprattutto donne, di tutte le età. Fra un the con pasticcini e una chiacchiera, transita un sapere che ha sapore d’antico. Al Gomitolo s’impara a sferruzzare. Ci sono signore mature e giovani mamme apprendiste. Perfino bambine, lasciate lì dalla madre perché desiderose di apprendere. Sia chiaro: lezioni gratuite, in allegria e convivialità. Per mantenere quel filo rosso che deve legare le generazioni, pena la colpevole dispersione di valori e voleri, sapori e saperi antichi e sempre attuali.

Un volontariato come “filo”… perché di filati si tratta: lana, cotone e altro. Antonietta è la vedova di Bruno Cialini, figura ben nota ai perugini che lo ricordano rappresentante della Singer, quando non esisteva casa in cui non ci fosse la macchina da cucire. Bruno fu uno dei primi ad apparire anche in pubblicità nelle prime tivù private, con Pasquale Lucertini e altri operatori che incrociavano la veste di commerciante e quella di amico. Promotori e amichevoli consiglieri, più che venditori. “Tutte le volte, per vendere qualcosa – raccontava l’indimenticabile Pasquale Lucertini – dovevo raccontare barzellette”. Era, anche questa, la dote umana del venditore, a conquistare e fidelizzare i clienti. Così faceva anche Bruno. E Antonietta continua una mission che è insieme culto della memoria e occasione di socialità.

“La maglia – spiega una delle amiche – è un ottimo antistress. C’è, addirittura, chi la consiglia per il disagio esistenziale, le forme di esaurimento, la depressione”. Perché al Gomitolo si impara a sferruzzare. Ma, soprattutto a stare insieme. Vincendo la solitudine, temibile bestia del nostro tempo.

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