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Cronaca

Costruzioni abusive sul terreno venduto 8 anni prima: vecchi proprietari obbligati a demolire tutto

Il Tribunale amministrativo riconosce la validità del provvedimento comunale, ma non si può eseguire perché terreno e manufatti sono stati confiscati

Vendono un terreno nel 2011 e otto anni dopo vengono citati dal Comune di Perugia, insieme con il nuovo proprietario, nell’ordinanza di demolizione di un immobile abusivo, costruito sul terreno che è stato anche sequestrato dalla Procura di Perugia.

I vecchi proprietari del terreno difesi dagli avvocati Mario Busiri Vici e Matteo Frenguelli, hanno portato il caso davanti al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, chiamando in causa il Comune di Perugia, chiedendo l’annullamento dell’ordinanza con la quale l’ente ha ordinato anche ai ricorrenti, quali committenti, la demolizione di “un edificio di civile abitazione seminterrato avente struttura in cemento armato e muratura, suddiviso in tre unità immobiliari di cui due rifinite con impianti e arredi tipici della suddetta destinazione urbanistica e la terza allo stato grezzo; un manufatto ad uso ripostiglio posto su platea in cemento armato con struttura in acciaio parzialmente tamponata e copertura in lamiera ondulata a sud e nelle vicinanze dell’edificio principale; una tettoia per posteggio auto posta su platea in cemento armato avente struttura in acciaio e legno e copertura in legno nella corte prospiciente l’edificio principale; un locale seminterrato con struttura e copertura in cemento armato ad uso fondo in aderenza alla tettoia di cui al precedente punto; un manufatto in vari materiali adibito a rimessaggio di animali nello spigolo nord-ovest del lotto; una tettoia ornamentale per fontanella; una recinzione del lotto con paletti in ferro e rete metallica”.

I due ricorrenti hanno contestato il tutto sostenendo “di avere ottenuto nel 1982 concessione edilizia per la realizzazione della recinzione perimetrale e, nel 1987, concessione in sanatoria (condono) in relazione alla realizzazione del fabbricato” e nel 2011 di aver venduto terreni e fabbricato a terza persona e di non essere, quindi, più proprietari del tutto.

I giudici amministrativi hanno respinto tutte le eccezioni dei due ricorrenti, ma di fatto hanno chiuso il procedimento per intervenuto difetto di interesse in quanto i beni sono stati confiscati e adesso ci penserà lo Stato a rimuovere gli abusi. Il Tar ha comunque condannato i ricorrenti al pagamento in favore del Comune resistente delle spese di lite, che liquida nella misura di 1.500 euro.

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