Vacanza tragica, annega nella piscina dell'agriturismo a Castiglione del Lago: titolare della struttura sotto processo
L'accusa è di omicidio colposo per non aver messo in atto tutti gli accorgimenti per evitare l'incidente del 20 agosto del 2013 in cui morì un turista di 40 anni
La vacanza in un agriturismo del Trasimeno si era trasformata in tragedia. Un 40enne turista laziale, il 20 agosto del 2013, era annegato facendo il bagno nella piscina della struttura ricettiva, davanti agli occhi della fidanzata.
Per quella morta accidentale il titolare dell’agriturismo è finito sotto processo. L’accusa di omicidio colposo, difeso dagli avvocati Gianni ed Eugenio Zaganelli, lo ha portato davanti alla Corte d’appello di Perugia.
La Procura di Perugia ha contestato al titolare della struttura “negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza di atti normativi” che avrebbero portato “alla morte per annegamento di ..., il quale, entrato nella piscina per bagnarsi, non conoscendo la particolare conformazione della stessa, ad un tratto sprofondava. E, non sapendo nuotare, è deceduto per asfissia meccanica violenta da annegamento”.
Nella ricostruzione accusatoria la vittima non sapeva nuotare e una volta entrato in acqua nella parte più bassa, si era subito trovato in difficoltà, forse perché scivolato nella parte dove l’acqua era più alta per il dislivello della piscina.
Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe “offerto tra i servizi della struttura ricettiva l’utilizzo della piscina senza averne l’autorizzazione” e non sarebbe stato presente “alcun bagnino e non erano state predisposte attrezzature a bordo vasca per il salvataggio e il soccorso come salvagenti, pertiche allungabili e altre disponibili nei pressi della vasca”. Non sarebbero stati presenti neanche gli avvisi a bordo piscina e marcatori di profondità “atti a richiamare l’attenzione sulle caratteristiche della piscina e sulle condizioni del pericolo, atteso lo sprofondamento repentino del fondo a tre metri, e ogni altra misura alternativa di sicurezza e prevenzione imposta dal caso concreto al fine di evitare eventi come quello che si è verificato”.
I familiari del deceduto si sono costituiti parte civile e hanno chiesto cinque i milioni di euro di risarcimento.