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Cronaca Centro Storico / Via Pinturicchio

L'urna etrusca spaccata da un camion e murata, la storia della città va salvata

“Qualche anno fa – racconta il professor Franco Mezzanotte – un grosso camion che portava gli strumenti per la manifestazione di Umbria Jazz, urtò il coperchio staccandone un pezzo”

Dopo la “rivelazione” (esclusiva di Perugia Today) dell’urna etrusca inclusa nel muro cadente di Via Brunamonti, un’altra segnalazione, che pone un problema. Emergenze storico antiquarie in città: conservare o musealizzare? Questo è il dilemma. Intanto ricordiamo interessanti (e risapute) “etruscherie”, in prossimità della chiesa di San Fortunato, vicino all’Arco Etrusco. Superfluo ribadire che di certe evidenze si accorgono solo quanti (e sono ormai pochini) percorrono la città “pedibus calcantibus”, non certo chi si muove più su ruote che su gambe.

Ce n’è una, in via Pinturicchio, molto interessante. Si tratta di un reperto, probabilmente proveniente dalla zona circonvicina della città: forse la stessa Monteluce (senza contare quanto asserito circa una scuola di aruspicinia, proprio sotto la chiesa di San Fortunato). Il materiale, murato lungo via Pinturicchio, all’altezza di oltre due metri, ad angolo con via Scoscesa, è costituito dal coperchio di un’urnetta col defunto recumbente, sovrastata da una testina, non si sa se trovata così o asportata dal coperchio di un’altra urna cineraria.

“Qualche anno fa – racconta il professor Franco Mezzanotte – un grosso camion che portava gli strumenti per la manifestazione di Umbria Jazz, urtò il coperchio staccandone un pezzo”. Gli abitanti di prossimità ricordano che quel pezzo di travertino rimase lì, appoggiato per terra, nell’indifferenza generale. Poi, dopo un po’, sparì. “Per fortuna – prosegue il  professore, antichista con esperienze dirette di scavo – la relativa iscrizione era stata pubblicata da Gianna Dareggi, altrimenti l’avremmo perduta per sempre. Non era molto, s’intende: il nome e il patronimico del defunto. Ma aveva la sua importanza”.

Questo è il nodo centrale del dilemma: musealizzare/non musealizzare. Salvaguardare con prudenza o lasciare a portata di mano… e di danneggiamento. È vero che la storia cittadina ha ormai incluso quel reperto nella facies urbana accreditata e l’ha scritta a lettere di bronzo nella coscienza collettiva degli abitanti, ma è altrettanto vero che certe permanenze sono delicate ed esposte a qualunque vandalismo. E vanno pertanto tutelate. C’è solo da stabilirne le modalità.

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