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Cronaca

Cittadella dello sport e della salute all'ex Isef, via libera del Tar al progetto da 6 milioni di euro

Un ricorso della ditta esclusa aveva bloccato la procedura per la realizzazione di edifici universitari, residenze per studenti-atleti, aule-studio, orti didattici, impianti sportivi

La “Cittadella dello sport e della salute” dell’Università di Perugia si farà visto che anche l’ultimo ostacolo, il ricorso di una ditta contro l’assegnazione dei lavori è stato ritirato. Il progetto architettonico del valore di quasi sei milioni di euro (5.723.522,11 euro per la precisione) sulla base dell’offerta economica più vantaggiosa, può proseguire.

A gennaio di quest’anno erano iniziati i lavori con la bonifica da ordigni bellici della zona. Il progetto prevede aule, residenze per studenti e atleti, orti didattici, impianti sportivi, bar, ristorante ed ambulatori a servizio del Corso di laurea in scienze motorie, nella zona della Pallotta.

La “Cittadella dello Sport e della Salute” sarà articolata in una concatenazione organica di volumi edificati e di spazi aperti, qualificati dalla salvaguardia oltre che dalla valorizzazione dell’area boschiva esistente, volti a garantire la continuità d’uso nell’intero arco della giornata: edifici per l’istruzione, residenze per studenti-atleti, aule-studio, orti didattici, impianti sportivi all’aperto e al coperto, caffetteria, ristorante, uffici, ambulatori, connessione con la rete pubblica su gomma e ferrata (quando riaprirà la ex Fcu), con gli spostamenti pedonali interni, integrati da più postazioni di bike-sharing, saranno garantiti da una rete di percorsi che interesseranno anche le aree naturalistiche. Dopo la demolizione dell’attuale edificio “ex ISEF”, potranno essere intrapresi ulteriori stralci funzionali.

Questo il progetto di massima presentato nel 2015. I lavori erano stati assegnati nel 2019, ma subito era scattato il ricorso al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria da parte della seconda ditta classificate che chiedeva l’annullamento della stessa e l’assegnazione alla ricorrente, oppure alla riapertura del bando e alla nuova procedura. Nel mezzo una serie di subentri e subappalti nella gestione del progetto e della costruzione.

Dopo il deposito del ricorso, però, a seguito di trattative, lo stesso è stato ritirato e, quindi, i giudici amministrativi hanno deliberato per l’improcedibilità dovuta a “sopravvenuto difetto di interesse”. I lavori, quindi, possono iniziare.

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