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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Piano Vaccino anti-Covid in Umbria, Coletto: "In arrivo 16mila dosi". A domicilio per i disabili e malati

Il Capogruppo del Pd, Tommaso Bori: "Manca il personale per portare avanti questa importante vaccinazione"

Verso la metà di gennaio dovrebbe iniziare la vaccinazione in Umbria con l'arrivo delle prime dosi che saranno conservate in speciali frigoriferi sanitari. Le prime notizie sul piano sono emerse in consiglio regionale dopo l'interrogazione con cui Fabio Paparelli, Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni e Donatella Porzi (Pd) chiedevano delucidazioni sulla “prima fase del piano di somministrazione del vaccino per il Covid 19”.

“I quattro hub dove verranno raccolti vaccini sono gli ospedali di Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello - ha spiegato l'assessore Luca Coletto - dove ci sono già i frigoriferi per conservare i vaccini. La prima consegna prevede 16mila vaccini e avverrà nella prima metà di gennaio. Si provvederà alle vaccinazioni negli ospedali e indicati e direttamente nelle Rsa con team itineranti che potranno anche andare a domicilio per i disabili".

È in corso una gara per acquisire altri frigoriferi fondamentali per conservare i vaccino Pfizer (che dovrebbero arrivare nei primi giorni di gennaio) che devono stare ad una temperatura -80 gradi. Il piano è stato già consegnato alla presidenza del consiglio e sono in corso consultazioni con il commissario Arcuri per concordare l’iter più corretto per poter vaccinare anche il resto della popolazione. La priorità sono addetti sanitari, i malati, gli over 65 anni e categorie con ruoli pubblici fondamentali.  C'è anche l'ipotesi di vaccinare studenti e professori come priorità. 

Il capogruppo del Pd Tommaso Bori si è detto preoccupato sul versante organizzazione della regione: "La vaccinazione sarà la prima urgenza dei prossimi mesi. I vaccini non si effettuano da soli e manca il personale per poterli effettuare, dobbiamo garantire le normali vaccinazioni ed in aggiunta quello per il Covid. C’è poi il problema dell’organizzazione: come e dove verranno effettuati i vaccini e a partire da quali categorie? Bisogna partire non dagli studenti ma dagli operatori sanitari, dai lavori essenziali e dai pazienti fragili (come anziani e pazienti con patologie)".

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