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Cronaca

La Regione ha deciso di sopprimere lo scoiattolo grigio. L'Enpa: "Fermare la strage"

La posizione dell'Enpa sull'eliminazione dai nostri boschi dello scoiattolo grigio a Perugia e nel resto dell'Umbria. Ecco perchè

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Ente Nazionale Protezione Animali, sull'abbattimento sistematico dell'alloctono scoiattolo grigio che sta colonizzando i nostri boschi.

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Da alcuni giorni diverse famiglie perugine si sono viste recapitare a casa degli avvisi con marchio della Regione Umbria,inerenti ad un progetto finanziato con fondi europei (“Progetto Life U-SAVEREDS”), per la salvaguardia dello scoiattolo rosso e la conseguente rimozione dello scoiattolo grigio.

Nei nostri boschi, infatti, sono presenti entrambe le tipologie di scoiattolo: lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) è una specie autoctona in Europa, mentre quello grigio (Sciurus carolinensis) è originario del Nord America ed è stato introdotto nel nostro territorio a scopo puramente “ornamentale”,grazie alla sua adattabilità e dal suo carattere amichevole verso gli umani. Le due tipologie sopra descritte appartengono alla stessa “nicchia” ecologica,cioè si nutrono dello stesso cibo e presentano le stesse necessità,tuttavia una differenza risiede nel fatto che lo scoiattolo grigio è più grande e più prolifico di quello rosso.

Già nel 2012, grazie anche ad Associazioni Animaliste come ENPA e LAV, era stato bloccato un piano di sterminio dello scoiattolo grigio, proposto dalla Provincia di Perugia, che fino a quel momento aveva catturato e ucciso molti esemplari.

Nel 2014, gli stessi sostenitori del precedente progetto, e cioè Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, Agenzia Regionale Parchi Regione Lazio, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, Istituto Oikos s.r.l. e Legambiente, tentano di nuovo di attuare il progetto, passando attraverso Regione Umbria e Comune di Perugia.

Il pretesto per giustificare lo sterminio dello scoiattolo grigio è il solito: la tutela dello scoiattolo rosso che sarebbe a rischio di estinzione a causa di quello grigio. I motivi sono la maggiore resistenza e prolificità del grigio rispetto al rosso, come già detto,e la positività dei grigi ad un virus letale per i rossi.

In realtà, esistono delle Liste Rosse delle Specie Minacciate, redatte e continuamente aggiornate dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, InternationalUnion for Conservation of Nature), che rappresentano il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Ogni specie viene infatti classificata, in base al rischio di estinzione, da “Minor preoccupazione” a “In Pericolo Critico”. Per quanto riguarda l’Italia e in particolare lo scoiattolo rosso, questo è classificato come “Minor Preoccupazione”.

A proposito del virus, invece, questo non è presente nel Nord America (da dove provengono gli scoiattoli importati in Italia), ma in Gran Bretagna dove comunque alcune ricerche hanno mostrato che gli scoiattoli rossi stanno sviluppando delle immunità al virus come quelli grigi. Va sottolineato poi che in Italia nessuna delle due specie è risultata positiva al virus.

Cadono così entrambi i pretesti per l’uccisione degli scoiattoli grigi, che naturalmente vanno tenuti sotto controllo, partendo dalla prevenzione della loro diffusione. Il primo passo è sicuramente il divieto di importazione e di vendita di esemplari grigi, a cui andrebbe aggiunto un controllo/anagrafe per chi li detiene come pet. È poi necessario un censimento e monitoraggio di entrambe le popolazioni di scoiattoli ed infine la sterilizzazione chirurgica o, laddove possibile, chimica degli esemplari grigi con “marcatura” di quelli catturati e reimmessi nel territorio.

Vogliamo a tale proposito ricordare che la CORTE DI CASSAZIONE penale sez.III – 31.01.2003 (ud. 11.12.2002) n. 4694 ha condannato un intervento di eradicazione dello scoiattolo grigio attuato dall’ISPRA (allora, INFS) a Torino. L’Istituto non aveva infatti alcuna autorità per procedere alla cattura e all’eutanasia di 188 scoiattoli grigi, tra cui femmine incinta – sebbene già da tempo le convenzioni internazionali auspicassero interventi di controllo per specie alloctone.

In effetti, le risoluzioni europee parlano in ordine di “prevenzione,monitoraggio ed eradicazione”, lasciando l’ultima come soluzione più drastica.Quindi, perché partire proprio da questa?

Nel 2014 dopo varie riunioni, alle quali parteciparono anche ENPA e LAV, nel progetto venivano previste dal 2016 delle catture di esemplari grigi, la loro sterilizzazione e reimmissione nel territorio. Non era contemplata la loro uccisione. Pertanto, inviare degli avvisi in cui si parla di “soppressione eutanasica tramite inalazione di anidride carbonica” è un venire meno agli accordi presi. Inoltre negli stessi, si richiede ai cittadini di poter entrare nelle loro abitazioni, al fine di effettuare tali interventi.Sottolineiamo quindi che il cittadino può RIFIUTARSI di autorizzare l’ingresso nella sua proprietà.

Concludendo, ENPA rimane aperta al dialogo e alla collaborazione con le Istituzioni per il monitoraggio e la sterilizzazione degli scoiattoli grigi, ma rifiuta nella maniera più assoluta la loro uccisione, richiedendo alle Istituzioni di rivedere le modalità di intervento e ai cittadini il loro supporto nel NON AUTORIZZARE il piazzamento di trappole nei loro terreni.

ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali

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