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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Sisma, la vita quotidiana riparte anche dal restauro dei beni culturali e le chiese: il punto

cittadini vogliono riprendersi la loro quotidianità, e per farlo si legano alle cose importanti, che contano e che rappresentano la loro identità

In Umbria, a un anno dal sisma del 24 agosto 2016, è già stata avviata la ricostruzione del patrimonio pubblico ed è tutto pronto per l’avvio di quella privata.  Dopo la prima fase dell’emergenza, acuita nei mesi successivi da una sequenza sismica imponente che ha raggiunto il suo apice alle 7.40 del 30 ottobre con un terremoto di magnitudo 6.5, sono state costruite tutte le basi per ripartire. Segno questo di una comunità forte, che non si ferma. 

Già alla data del 25 luglio scorso, infatti, risultano 6957 le persone alle quali è stata garantita una sistemazione adeguata: 5480, (2305 nuclei familiari) in autonoma sistemazione, 360 in moduli abitativi collettivi tutti nei comuni di residenza, 148 in soluzioni abitative di emergenze, le “casette”, 139 in alloggi temporanei del sisma 1997, 118 nei moduli abitativi provvisori rurali d’emergenza. Sono rimasti 618 in strutture ricettive, oltre la metà dei quali (325) nei comuni di residenza: quasi interamente raggiunto, quindi, l’obiettivo di riportare al più presto i cittadini nei luoghi di appartenenza. 

I cittadini vogliono riprendersi la loro quotidianità, e per farlo si legano alle cose importanti, che contano e che rappresentano la loro identità. Basti pensare al Deposito per i Beni Culturali di Santo Chiodo, nato nell’area industriale di Spoleto. In questo padiglione, ideato dopo il sisma del 1997 ed attivo dal 2008, dopo la scossa di terremoto dell’ottobre 2016, sono conservati circa 5.300 bancali di pezzi “ricoverati”. Si stima che siano oltre 10.000 i pezzi attualmente in deposito.
 
 Campane. Quadri. Pùlpiti. Statue. Fregi. Le opere sono state  tratte in salvo da chiese e da strutture museali, e poi raccolte, per non perderne la memoria, nel deposito di sicurezza, struttura totalmente antisismica, di proprietà della Regione Umbria ma in concessione, in questa fase, al Ministero dei Beni e delle attività culturali per le azioni di salvaguardia dei beni culturali. 
 
Presso il deposito e in alcuni siti nell’area interessata dal sisma, è già stato effettuato o è in svolgimento il restauro. Questo anche grazie a quattro esperte, beneficiarie delle borse di studio messe a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze sulla base di un accordo con l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

 

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