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Cronaca

Umbria, incassano il reddito di cittadinanza anche se uno è agli arresti domiciliari e l'altro è in carcere

Doppia indagine dei carabinieri a Terni e Otricoli, due nei guai: si sono “dimenticati” di comunicare le misure cautelari a cui erano stati sottoposti

Sulla carta era tutto regolare. Nella realtà, un po’ meno. Perché i due si sono “dimenticati” di comunicare all’Inps di essere stati sottoposti a delle misure cautelari e hanno continuato ad incassare il reddito di cittadinanza che gli era stato concesso.

Doppia indagine dei carabinieri di Terni e Otricoli. A Terni i militari, al termine di una rapida inchiesta, hanno denunciato a piede libero un ternano classe 1977, già noto alle forze dell’ordine. Nel corso dei controlli in materia di titolarità alla richiesta del “reddito di cittadinanza”, è stato accertato che l’uomo, malgrado fosse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari da novembre del 2021, aveva avanzato istanza per ottenere il beneficio nel successivo mese di dicembre, omettendo di comunicare la misura cautelare cui era sottoposto e riuscendo a percepire indebitamente, dal mese di gennaio 2022 al mese di marzo 2022, 1.500 euro. L’ispettorato del lavoro di Terni è stato informato per la revoca del beneficio e l’avvio dell’azione per il recupero delle somme indebitamente percepite.

I carabinieri di Otricoli hanno invece denunciato in stato di libertà alla procura della Repubblica di Terni e segnalato all’Inps affinché gli venga sospesa la fruizione del beneficio, un 27enne disoccupato di origini ternane. Lo scorso 17 settembre 2021, su disposizione dell’ufficio di sorveglianza del tribunale di Spoleto, l’uomo era stato trasferito presso la casa circondariale di Terni. Successive indagini hanno permesso di accertare che il 27enne, nel mese di maggio, aveva presentato all’Inps la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza, che era stata accolta. Nessuna comunicazione era però stata data relativamente alla sua permanenza in carcere. La concessione del sostegno economico è infatti subordinata ad una serie di requisiti reddituali e patrimoniali nonché di compatibilità che i nuclei familiari devono possedere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio. Tra questi, il legislatore ha previsto la mancata sottoposizione a misure cautelari personali di chi ne fa richiesta. La somma complessiva indebitamente percepita ammonta a 4.816,70 euro.

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