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Cronaca

Che fine ha fatto il raddoppio ferroviario Orte-Falconara? "E' la grande incompiuta umbra"

Il cantiere è fermo dal 2002 ed ridotto a discarica pochi metri dalle bellissime Fonti del Clitunno. Il Ministro e la Regione non hanno speso una parola sul progetto. Scattano le interrogazioni di Laffranco e Ronconi

Dopo il silenzio nazionale di Rete Ferrovie Italia, anche il Ministro alle infrastrutture del Rio e il sottosegretario Galletti non hanno speso una parola sulla riapertura del cantiere - dato per approvato in via definitiva - del raddoppio ferroviario lungo l'asse Orte-Falconara che riguarderebbe i comuni di Foligno, Gualdo Tadino e Fossato di Vico. Si è parlato persino del futuro della ferrovia ex Fcu ma non dei prossimi passi per completare il progetto ferroviario più atteso per una parte della Provincia di Perugia. Neanche il Presidente Catiuscia Marini, nell'incontro con il Ministro a Terni, ha tirato fuori l'argomento. Insomma il raddoppio rischia di essere una incompiuta tutta umbra.

Per avere certezze sul raddoppio ferroviario della Orte-Falconara sono scesi in campo Pietro Laffranco, deputato di Forza Italia e il neo-cordinatore di Centro Democratico, Maurizio Ronconi. Il primo ha presentato alla Camera una interpellanza con la quale chiede di "sapere l'attuale stato dei lavori e di fornire indicazioni sul crono programma attuale e futuro con relativi costi e progetti dettagliati".

In ballo c'è anche la bonifica del cantiere del raddoppio fermo all'altezza di Campello dal 2002: "A seguito di problematiche giudiziarie e la crisi finanziaria della ditta appaltatrice, le strutture che venivano utilizzate dal personale, e quelle di servizio mensa ed uffici, sono rimaste vuote ed inutilizzate per oltre dieci anni. Quali azioni si intendono portare avanti per la messa in sicurezza del luogo?". Maurizio Ronconi invece ha ricordato al Ministro che in Umbria la vera e grande incompiuta è proprio il raddoppio ferroviario della Orte-Falconara. 

"Da troppi anni - ha scritto al Ministro - si va avanti a stralci che non riescono a far concludere un raddoppio ferroviario che  allaccerebbe definitivamente la nostra regione all’alta velocità oltre a favorire la pendolarità che continua ad essere per gli umbri davvero penosa. Il silenzio del ministro preoccupa e molto perché fa il paio con quello della regione. A presto sarà assunta  una iniziativa parlamentare per chiarire definitivamente le intenzioni in merito da parte del governo".

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