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Cronaca

Umbria, in aumento i tumori al rene, prostata e testicoli: ma due nuove terapie fanno ben sperare

I progressi delle terapie adottate anche in Umbria sono stati oggetto di studio al convegno internazionale che ha visto la presenza di oltre 150 esperti medici

Ogni giorno di Umbria si ammalano di tumori genito-urinari 5 uomini, nel resto d'Italia oltre 200. Patologie come cancro alla prostata, al rene e alla vescica, insieme a quello più raro del testicolo, sono in forte aumento anche per via dell'innalzamento dell'età media degli italiani. Da Terni, dopo il convegno mondiale su queste particolari forme di tumore, arriva però una speranza, una terapia che migliora la qualità della vita dei pazienti e che in molti casi porta alla guarigione. L'appuntamento medico - oltre 150 medici - è stato organizzato da Sergio Bracarda, direttore dell'Oncologia medica dell'Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, insieme ad Ernesto Maranzano, che dirige la struttura di Radioterapia oncologica di Terni.

 "Sono patologie oncologiche per le quali abbiamo ottenuto risultati importanti in termini di sopravvivenza e anche di miglioramento della qualità di vita dei pazienti – rassicura  il dottor Sergio Bracarda, segretario scientifico dell’evento -  grazie anche all’arrivo di nuovi farmaci e combinazioni terapeutiche”. Tra le principali innovazioni troviamo sicuramente l’immuno-oncologia e le nuove terapie a target molecolare. In particolare, l'immuno-oncologia è una terapia che stimola il nostro sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali e combatterle. Studi recenti dimostrano come l’immunoterapia sia efficace sia per il tumore del rene sia per quello della vescica. 

"Ultimissime ricerche - spiega il dottor Bracarda -  stanno aprendo nuove ed interessanti prospettive per l’immuno-oncologia anche nel trattamento di alcuni casi di tumore prostatico avanzato. In Europa, l’Italia e l’Umbria  – prosegue Bracarda - sono all’avanguardia per quanto riguarda l’assistenza ai pazienti colpiti da tumori genito-urinari. Lo dimostrano chiaramente i dati relativi alla sopravvivenza che sono superiori alla media continentale. Tuttavia molta strada resta ancora da percorre soprattutto per quanto riguarda le forme di cancro più gravi. Non bisogna quindi abbassare la guardia e proseguire nell’incentivare la ricerca per trovare nuove armi terapeutiche”.

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