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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Viaggio alla scoperta dell’Umbria nascosta: gli antichi luoghi del silenzio

Una mappatura ideale all'insegna di un percorso itinerante "fuori dal comune", per scoprire ciò che si nasconde nelle campagne e colline di Perugia. Itinerari rurali tra antichi ruderi e curiosità

“Se uno zeffiro più sereno giunge attraverso l'aria fino alla tua fronte, è suo, e se lungo il margine tu t'imbatti in un verde più attraente, se la freschezza della scena riversa il suo refrigerio nel tuo cuore, e per un istante lo purifica dalla polvere riarsa della stanca vita, col battesimo della Natura, a Lui tu devi volgere le tue orazioni”

Così Lord Byron, il grande poeta del romanticismo inglese in viaggio nella nostra terra, celebrava con versi di eloquente bellezza il cuore verde d’Italia.Nonostante il pendolo del tempo illumini incessantemente di nuovi tramonti il profilo smeraldo dell’Umbria, ci sono luoghi immortali che restituiscono al presente, l’alto valore della loro storia.

Lungo i sentieri del Sagrantino, sulla strada provinciale che conduce a Castelvecchio, a circa un chilometro da Grutti, la deliziosa chiesa di Santa Maria di Agello, adornata da un paesaggio solitario di pini e silvestri, rappresenta ancora sicuro rifugio dalla frenesia e dal fragore della vita quotidiana.

Viaggio alla scoperta dell’Umbria nascosta: gli antichi luoghi del silenzio

Da "agellus", cioè "campicello", questa piccola chiesa era venerata sotto il titolo di protettrice della campagna o delle messi; quando l’agricoltura rappresentava l’unica fonte certa di sopravvivenza, i contadini e la gente del luogo, crearono un piccolo luogo di culto per ingraziarsi la Madonna e proteggere il raccolto e la terra, sacra, a volte.

Costituita da un edificio campestre in pietra, di impianto romanico, fu edificata sopra le rovine di una primitiva e antica abbazia. I resti, ancora visibili, ipotizzano un complesso che fu certamente molto grande; alcune parti di mura, smantellate negli anni 60 per ragioni di sicurezza, giungevano fino alla odierna strada provinciale. L'origine è molto incerta, ma la notizia più antica a noi giunta risale al 2 gennaio 1276.

La facciata a capanna è tipicamente romanica, in pietra squadrata di travertino, campanile a vela e rosone in asse con l'ingresso, con la particolarità dello spigolo sinistro inclinato come uno sperone.La chiesa fu restaurata negli anni 60, e nonostante sia ora agibile e funzionante, ne rimane impresso il meraviglioso contiguo fra un passato remoto (i resti dell’antica abbazia) e l’opera di restauro che ne ha permesso di preservare la struttura e l’affresco che ricopre l’intero abside.Quei luoghi silenti, immersi nella serenità e nella pace, raccontano un passato antico, a volte sconosciuto, che inebria di sacralità l’aria di questa terra.

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