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Cronaca

Umbria: multe annullate per i mancati test sanitari sui cavalli, tre funzionari dell'Asl condannati a risarcire

Avevano annullato le sanzioni ritenendo che le norme fossero confuse e incerte, per i giudici della Corte dei conti non era così e il mancato pagamento di 300 multe ha provocato un danno

Tre funzionari del servizio pubblico sanitario veterinario sono stati condannati dalla Corte dei Conti a ripagare quasi 2 milioni di euro per aver annullato 300 verbali di contestazioni sanitarie in relazione alla tenuta di animali in allevamento.

I quattro difesi dagli avvocati Valia Fedeli Alianti, Salvatore Sfrecola, Enrico De Luca e Massimo Marcucci sono stati citati in giudizio dalla Procura contabile per “per sentirli condannare al pagamento di 1.787.568,05 euro (domanda principale), ovvero della minor somma di 1.638.854,05 euro (domanda subordinata)” in favore dell’Azienda sanitaria locale n. 4 di Terni per aver adottato delle determine “con cui era stata sostanzialmente approvata una sanatoria in relazione a oltre trecento verbali di contestazione per violazioni delle prescrizioni a tutela sanitaria (aventi particolare riguardo a gravi irregolarità nella tenuta dei registri degli equidi e nei doverosi controlli annuali sull’anemia infettiva equina)”.

L’allora Corpo forestale dello Stato, tra il 2009 e il 2010, aveva elevato oltre trecento contravvenzioni. Alcune di esse erano state pagate, altre erano state impugnate, mentre la maggior parte di esse erano divenute inoppugnabili per mancato gravame. I tre responsabili “nell’esercizio del potere di autotutela, adducendo l’incertezza normativa e burocratica” avevano disposto “l’annullamento generalizzato di tutte le sanzioni amministrative irrogate e l’archiviazione di tutti i procedimenti amministrativi in relazione ai quali non era ancora stata irrogata alcuna sanzione, in tal modo determinando un consistente danno alla finanza pubblica regionale”.

La Procura contabile regionale, invece, sosteneva che non esistesse alcuna incertezza normativa, né di tipo burocratico: le multe erano regolari e andavano pagate.

Per i giudici della Corte dei conti le norme obbligavano “ai controlli sugli equidi, indipendentemente da ogni approvazione del piano sanitario o dalla tenuta di registri, assoggettando a sanzione anche i veterinari in caso di omesso rispetto delle prescrizioni dell’ordinanza ministeriale”. La condotta dei tre funzionari ha, quindi, determinato un danno da mancato introito delle sanzioni amministrative, secondo i giudici che hanno respinto le eccezioni sulla prescrizionee riconoscendo l’azione risarcitoria fondata.

Con condanna al pagamento di 1.787.568,05 di euro in parti eguali da parte dei tre convenuti.

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