Umbria Mobilità, torna lo spettro degli esuberi dopo vendita a Busitalia
"Stato di agitazione" lo hanno ribadito le segreterie regionali dell'Umbria di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl-Fna e Orsa dopo il no dell'azienda di mettere nero su bianco gli accordi del passato
Non ci sono certezze su ri-assunzioni, stipendi, benefici e sulla qualità del servizio di trasporto che sarà fonito dalla futura società a maggioranza di Busitalia (controllata da Fs). Umbria Mobilità torna ad essere una polveriera con tanto di stato di agitazione - che precede sempre gli scioperi - dichiarato da tutti i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl-Fna e Orsa.
E salta anche il tavolo tra azienda e Rsu dopo l'incontro odierno sulla cessione del ramo di azienda "Esercizio" da Umbria Tpl e Mobilità Spa a Umbria Mobilità Esercizio Srl, cessione propedeutica alla vendita delle quote di maggioranza di quest'ultima a Busitalia Srl. Per le sigle sindacali del trasporto lo strappo è avvenuto per la "indisponibilità" della futura aziena "a sottoscrivere un accordo che contenga le clausole di salvaguardia sottoscritte a suo tempo dalle organizzazioni sindacali con il presidente di Umbria Tpl e Mobilità Spa e con le istituzioni proprietarie".
Il punto dolente è l'incertezza sulla totalità dell'assunzione e sul rispetto delle posizioni maturate. Per le 6 sigle sindacali, è invece "opportuno che tutti gli attori della vicenda si assumano le loro responsabilità di fronte ai dipendenti dell'azienda i quali, si ricorda, sono stati più volte rassicurati circa le garanzie che sarebbero state loro offerte".