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Cronaca

Il grande giorno è arrivato: Umbria Mobilità diventa BusItalia, ma cosa cambierà?

Da domani sarà ufficializzato e dovremo così abituarci a chiamare Umbria Mobilità BusItalia, ma cosa cambierà di fatto all'interno dell'azienda

Iniziamo ad abituarci. Da domani Umbria Mobilità cambia nome e forse anche faccia. Diventerà, infatti, BusItalia Umbria. Niente di nuovo, ormai, perché la notizia è ben risaputa dai cittadini. La presentazione avverrà domani, 14 marzo, alle 16.30, all'Hotel Brufani di Perugia. Presente l’Amministratore delegato, Mauro Moretti, per dare un’immagine “istituzionale” al passaggio di scettro.

Una cessione pari al 70% delle azioni di UM che così dovrebbe rimettersi in sesto. Titolo dell’incontro "Nuovo assetto societario dell'azienda regionale di trasporto pubblico". Ovviamente non potranno mancare la cariche istituzionali locali. Si va dal sindaco di Perugia Wladimiro Boccali agli assessori provinciali perugini Luciano Della Vecchia e Domenico De Marinis, fino al presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli.

Cosa cambierà? Al momento niente di certo e tutto pare rimanere in bilico. Unico piccolo dettaglio che pare prendere concretezza è che BusItalia applicherà all’azienda il modello Ataf. I primi incontri si sono già tenuti e per adesso sembra che il contratto integrativo verrà azzerato. Intenzione infatti del socio di maggioranza è quella di applicare a tutte le società del gruppo, la stessa contrattazione di secondo livello.

Sindacati – Sembrano abbastanza sereni, dato che la produttiva dei lavoratori della ormai ex Umbria Mobilità è stata considerata sempre abbastanza alta. Pare infatti che a differenza di Firenze, dove i lavoratori hanno dovuto incassare un taglio di 300 euro in busta paga, per i dipendenti della nuova BusItalia i vantaggi dovrebbero essere superiore agli svantaggi. Ma quel volantino dove vi era scritto che avrebbero lavorato di più pare che sia assolutamente vero con 36 ore che passano a 39.

Esuberi – Dirigenti a rischio, ma per gli automobilisti la situazione dovrebbe comunque rimanere invariata. I sindacati non mancano infatti di sottolineare che il numero degli automobilisti di UM è inferiore rispetto alle reali necessità dell'azienda.

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