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Cronaca

Sindaci in piazza per uffici postali aperti ovunque e con orari più lunghi. L'azienda replica: "L'86% a pieno regime. Servizi coperti"

Il grido dei piccoli comuni: “L’Ufficio postale è proprio uno di quei servizi indispensabile e che deve restare aperto"

I sindaci dell'Umbria hanno messo la faccia e "fascia" sulla battaglia per mantenere in ogni borgo dell'Umbria i servizi postali e quelli finanziari. Una presa di posizione forte, supportata dal presidente e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, rispettivamente Marco Squarta e Simona Meloni, diversi consiglieri regionali di maggioranza e minoranza, parlamentari umbri, fra cui il senatore Luca Briziarelli e la senatrice Fiammetta Modena. I sindaci, muniti di fascia tricolore, hanno chiesto “la riapertura a pieno regime di tutti gli uffici postali dell’Umbria e il prolungamento degli orari, quale unica via per evitare le lunghe file”.

Una sola voce dunque è stata indirizzata verso Poste Italiane dal presidio di Piazza Matteotti, a Perugia, proprio davanti all’Ufficio postale del capoluogo umbro. Sportelli aperti durante la settimana, orario prolungato e rispetto dei territori minori. Tutto questo per evitare file sotto il sole, spostamenti e cittadini serviti contro altri serviti meno o per nulla.  “Non possiamo più lasciare i nostri cittadini, soprattutto gli anziani – ha proseguito il presidente dei sindaci Toniaccini – fuori dagli uffici postali, al freddo e al caldo, a fare lunghe file. Servono orari più prolungati e la riapertura di tutti gli uffici postali, siamo ormai in zona bianca. Anci Umbria in questo difficile periodo: "Ci vuole coraggio e noi Sindaci siamo pronti alle nuove sfide e chiamiamo a raccolta tutti, Poste Italiane comprese: diamo più servizi al cittadino per far crescere insieme le nostre comunità”.

Anche per il coordinatore dei Piccoli Comuni di Anci Umbria, Federico Gori, Poste Italiane rappresenta “un servizio essenziale”:“L’Ufficio postale è proprio uno di quei servizi indispensabile e che deve restare aperto. In Anci Umbria abbiamo trovato la casa dove discutere di questa problematica e in cui interloquire sia con Poste italiane, sia fra noi. I Comuni chiedono più attenzione alle comunità che rappresentiamo”. Dalla manifestazione di piazza alla risposta ufficiale di Poste il passo temporale è stato breve. Primo passaggio: il bilancio sull'operatività ad oggi degli uffici. Secondo Poste Italiane la rete umbra conta "l’86% degli uffici perugini attivi e operativi con l’orario pre-covid, mentre su Terni la percentuale sale al 98%".

Secondo aspetto: servizi garantiti con la tecnologia potenziata: "Per limitare al massimo gli assembramenti nei pressi degli Uffici Postali del territorio e al tempo stesso proporre al cittadino quanti più servizi possibili, l’Azienda ha messo a disposizione la rete degli sportelli automatici Postamat, le App BancoPosta e Postepay e il sito di Poste Italiane www.poste.it , dai quali è possibile effettuare le principali operazioni come prelievo di denaro contante, pagamento di bollettini di conto corrente premarcati, ricariche telefoniche e di carte Postepay, ma anche operazioni informative quali estratto conto, saldo e lista dei movimenti. Poste Italiane ha inoltre aumentato i servizi digitali per azzerare i tempi di attesa: per la prenotazione del proprio turno infatti, oltre ai soliti canali, è stato anche attivato il servizio tramite WhatsApp, semplice e veloce".

Sul discorso pensioni è stati ribadita la doppia strategia: la possibilità per i cittadini di età pari o superiore a 75 anni, di ricevere gratuitamente la pensione presso il loro domicilio, delegando al ritiro i Carabinieri; il pagamento anticipato per scaglioni per evitare assembramenti. Dunque botta e risposta. Ma tra le righe è chiaro che non c'è nessun cambio di marcia e la tecnologia resta la via principale anche se l'Umbria è una delle regioni d'Italia con la popolazione più anziana e quindi meno digitilizzata. Il dialogo continua ma l'intesa non c'è. 

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