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Cronaca

La Bilancia della Salute di Francesca Castellani | Salute e Tecnologia, il dottor Google fa danni incalcolabili

Lo sviluppo tecnologico ha apportato significative e importanti innovazioni e cambiamenti anche in ambito sanitario. Nelle scorse settimane, in questa rubrica, avevo delineato gli aspetti della telemedicina, sottolineando quindi come la tecnologia possa essere davvero molto utile in ambito medico. Purtroppo però, come tutte le innovazioni, anche la tecnologia informatica ha una doppia faccia, ecco pertanto che è opportuno soffermarsi sull’aspetto negativo dell'utilizzo di internet e dei social in ambito medico sanitario. Dai dati CENSIS l’88% degli italiani cerca i propri sintomi in rete, in modo da poter fare  “autodiagnosi” o addirittura “autoterapia”.

Nell’attività lavorativa quotidiana da medico mi è capitato tantissime volte di trovarmi di fronte al paziente con la diagnosi pronta e con la pretesa che io dovessi prescrivere terapie od esami suggeriti dal “dott. Google”. Questo fenomeno preoccupa molto noi medici perché le informazioni sanitarie lette da utenti senza cultura medica vengono interpretate in modo spessissimo errato, non avendo i mezzi giusti per decodificarle, cioè la preparazione scientifica e l’esperienza sul campo, creando o false ansie o peggio ancora sottovalutazione del problema, con danni alcune volte irreparabili. Addirittura la ricerca compulsiva di sintomi in rete arriva a comportare, talvolta, un vero e proprio disturbo psicologico chiamato “cybercondria”, che in questo particolare periodo storico, in cui la gente sta in casa ed ha più tempo di stare su internet e in cui c’è la paura di ammalarsi di Covid-19, è cresciuto a dismisura.

Sempre più tipico di questo periodo sono i commenti e le considerazioni su ipotetici protocolli o strategie contro il coronavirus, senza studi scientifici dietro, che girano sui social dando visibilità e meriti non guadagnati al proponente, con approvazioni tramite commenti o like da parte di chiunque. Basta collegarsi ai social e trovarsi immediatamente di fronte a pareri dati da chicchessia come se fosse un esperto di fama mondiale. Dare informazione anche sanitaria sui social è importante, perché quest’ultimi sono diventati parte integrante della nostra vita e non farlo significherebbe non stare al passo con i tempi, ne sono dimostrazioni le pagini ufficiali di facebook delle aziende sanitarie e delle istituzioni, molto utili alla comunità per avere notizie ufficiali a portata di mano.

I primi a dover dare il buon esempio però siamo proprio noi medici che dovremmo adottare comportamenti molto attenti nel dare informazioni mediatiche sanitarie. La tecnologia ha notevoli potenzialità, lo abbiamo visto come applicazione nella telemedicina, ma produce anche notevoli danni derivanti da un utilizzo improprio ed inconsapevole, come sopra descritto. Confido che sempre più persone riescano a distinguere le notizie veritiere dalle bufale e che venga compreso sino in fondo che il vero medico in carne ed ossa non potrà e non dovrà mai essere sostituito dal “dott. Google”.

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