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Cronaca

Dall'Umbria alla Toscana fino alle Marche, fatture false per servizi e consulenze per abbattere il fisco: scatta il sequestro dei beni

Fatture false fatte su commissione, dietro pagamento in contanti, su presunte consulenze e servizi (mai forniti) molto generici e senza documentazione a seguito. Obiettivo: permettere ad aziende di dimostrare spese non vere per abbattere Irpef e Iva in particolar modo. Da una parte la cosiddetta cartiera: una società (senza dipendenti e sede) che emetteva le fatture oggetto di indagine gestita da un eugubino 60enne. Dall'altra: clienti - si è arrivati a 36 soggetti - che richiedevano tali servizi presunti fittizi per evadere il fisco (l'accusa dei magistrati). Clienti non solo umbri (Gubbio, Foligno, Todi e Altotevere) ma in particolar modo da Arezzo e provincia. Non mancano anche imprenditori marchigiani e di Prato. 

La Procura di Perugia, dopo le indagini della Guardia di Finanza - Tenenza di Gubbio sugli scudi - con l'ausilio dell'Agenzia delle Entrate, ha deciso di effettuare un sequestro preventivo di beni sui 700mila euro. E ancora in corso di valutazione il danno esatto all'erario causato da presunte evasioni fiscali. La mancanza di riscontri (totali e parziali) a sostegno delle fatture sotto indagine sono state giustificate, dall'imprenditore eugubino, a causa della distruzione del cartaceo per via di un evento eccezionale meteorologico. Per l'accusa l'ipotesi è invece quella della cartiera al servizio, dietro pagamento, di aziende compiacenti ad avere fatture ad hoc a fini di sgravi fiscali. Ovviamente le indagine sono ancora alla fase preliminare e tutto deve essere ancora provato in sede di magistratura. 

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