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Cronaca

Speciale cure sperimentali in Umbria | Coronavirus, sale il numero dei guariti. La relazione ufficiale: I farmaci, le modalità e le spiegazioni

Abbiamo chiesto alla dottoressa Daniela Francisci, virologa della task-force sanitaria umbra, di spiegare ai nostri lettori tutti i dettagli e le modalità di cura applicate non solo a malattie infettive ma anche per i pazienti covid ricoverati in UTI e negli altri reparti Covid

Il bollettino medico dell'Umbria del 2 aprile indica che è in aumento il numero dei guariti (23) e 182 clinicamente guariti (ovvero hanno ancora una carica positiva del virus ma non hanno più sintomi ed effetti dopo una fase critica). Una ottima notizia che fa ben sperare e che dimostra che la sperimentazione dei farmaci, non essendoci una cura al momento per questo virus, stanno dando un segnali incoraggianti. Su molecole, modalità e sperimentazione se ne è scritto molto ma mai in via ufficiale. Abbiamo chiesto alla dottoressa Daniela Francisci, virologa della task-force sanitaria umbra, di spiegare ai nostri lettori tutti i dettagli e le modalità di cura applicate non solo a malattie infettive ma anche per i pazienti covid ricoverati in UTI e negli altri reparti Covid. Nonostante stia lavorando h24, la dottoressa per dovere di una informazione corretta, è riusciti a dedicarci un po' del suo tempo. Buona lettura. (il direttore Nicola Bossi)

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*Prof.ssa Daniela Francisci
Ad oggi, non esiste un trattamento validato e specificamente mirato per l’infezione da SARS-CoV-2. I farmaci attualmente impiegati per il trattamento sono per lo più vecchie molecole, utilizzate per il trattamento di patologie molto diverse: lopinavir/ritonavir,utilizzato per l’infezione da HIV, remdesivir, utilizzato per il trattamento dell’infezione da virus Ebola, tocilizumab, un anticorpo monoclonale utilizzato per il trattamento dell’artrite reumatoide.

Nella prima fase di infezione (7-10 giorni) quando l’attività di replica del virus è elevata, può essere ragionevole utilizzare gli antivirali Lopinavi/ritonavir o Darunavir/ritonavir in associazione con idrossiclorochina. L’idrossiclorochina è un vecchio farmaco antimalarico utilizzato anche per la sua azione immuno-modulante nei pazienti affetti da artrite reumatoide. Questo farmaco potrebbe accelerare la clearance del virus SARS-CoV-2.

Un altro antivirale potenzialmente utile, soprattutto per i pazienti più gravi, è il Remdesivir, fornito dalla ditta Gilead in “uso compassionevole”. La procedura per ottenere il farmaco, destinato ad uno specifico paziente, è complessa e necessita dell’approvazione del Comitato Etico locale. Successivamente (10 gg) la replica del virus si attenua, grazie anche alla comparsa degli anticorpi specifici, ma il decorso dell’infezione può essere condizionato negativamente da una esagerata risposta infiammatoria dell’ospite al virus. 

Nuova ricerca a cui guarda con interesse anche l'Umbria: il farmaco Ruxolitinib (Jakavi)

Infatti uno dei più importanti fattori prognostici negativi in pazienti con infezione da SARS-CoV-2 è rappresentata dall’iper-infiammazione causata da una “tempesta citochinica” il cui protagonista principale è l’IL-6 (interleuchina-6) una citochina pro-infiammatoria. In questa fase può essere ragionevole utilizzare il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale antagonista del recettore dell’IL-6, impiegato nel trattamento dei pazienti con artrite reumatoide, con l’obiettivo di attenuare l’esagerata risposta infiammatoria che è causa del danno polmonare severo (ARDS) e ridurre la necessità di ventilazione meccanica invasiva. Presso la S.C. di Malattie Infettive di Perugia tutte le terapie descritte sono utilizzate.

In particolare l’uso compassionevole di Remdesivir, l’uso di Tocilizumab e.v .nell’ambito del protocollo nazionale AIFA, l’uso di Tocilizumab s.c. in pazienti con situazioni meno gravi sotto il profilo dell’insufficienza respiratoria, l’uso degli inibitori della proteasi di HIV in associazione con idrossiclorochina.
Tutti i dati raccolti ci permetteranno nel prossimo futuro di valutare l’effetto diqueste terapie empiriche nella gestione del paziente con infezione da SARS-CoV-2

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