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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Chi ha ragione? Il Procuratore anti-mafia si dissocia dal Prefetto su mafia, narcotraffico e droga

Ieri le dichiarazioni del Prefetto Antonio Reppucci sulla sicurezza a Perugia e sul ruolo delle famiglia per prevenire il fenomeno droga dai giovani. Oggi la clamorosa presa di distanza ufficiale da parte del Procuratore con delega all'Anti-Mafia in Umbria, Antonella Duchini. E' un terremoto istituzionale

E' un terremoto istituzionale? O semplicemente normale dialettica tra addetti ai lavori? Il Procuratore Distrettuale Antimafia, Antonella Duchini, si dissocia completamente dalle analisi su droga e famiglie perugine portate avanti dal Prefetto di Perugia, Antonio Reppucci, ribadita nell'incontro di ieri con la stampa nella cosiddetta operazione verità per capire il grado di sicurezza di Perugia dopo i reportage giornalistici degli ultimi mesi e anni. Ma c'è di più: il procuratore smentisce qualsiasi ipotesi che l'Umbria non sia soggetta a infiltrazioni mafiose. Anche in questo caso risponde al Prefetto Repucci.

SULLE INFILTRAZIONI MAFIOSE - "Quanto alle affermazioni del Sig. Prefetto - ha spiegato la Duchini - circa l’assenza di evidenze certe di infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio umbro, rilevo, quale Procuratore Distrettuale Antimafia, che il fenomeno è attuale ed in corso da oltre un decennio, come risulta dalla relazione della Procura Nazionale Antimafia. Solo l’efficace attività di contrasto tuttora in corso, ha impedito – come fermamente sottolineato dal Sig. Procuratore Generale nel suo intervento nel corso della conferenza stampa – lo sviluppo endemico di forme di criminalità organizzata". E' inutile dire che studi e relazioni sembrano dare ragione al Procuratore Anti-mafia dell'Umbria forte anche dei monitoraggi delle commissioni regionali e del Parlamento. 

DROGA E FAMIGLIE - L'attacco più duro arriva sulle affermazioni del prefetto riportate dagli organi di stampa sul ruolo delle famiglie e delle mamme in particolare per prevenire la diffusione di droga tra i figli. "Questo Ufficio si dissocia in maniera netta dalle affermazioni del Sig. Prefetto quando spera che i padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti e quando sostiene che “il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare”. Affermazione quest’ultima che si connota altresì per una ingiustificata discriminazione di genere".

"Le tematiche afferenti al consumo ed alla cessione di sostanze stupefacenti, che indubbiamente investono anche il nostro territorio, sono complesse e riguardano sia l’aspetto della repressione (proprio delle forze dell’ordine e della magistratura) che quello della prevenzione attraverso politiche sociali rivolte alle famiglie, che non devono sentirsi isolate ma piuttosto supportate e coinvolte".

LA REPLICA DEL PREFETTO DI PERUGIA

Dunque un vero e proprio terremoto che si va ad inserire alle lamentele e proteste che emergono dal web nei confronti delle analisi del Prefetto Reppucci. Già nella famosa e storica assemblea di Piazza Grimana contro lo spaccio il rappresentante dello Stato, con coraggio disse il suo punto di vista, sollevando malumori e anche qualche fischio.

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