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Cronaca

Primi vagiti della guerra per l'acqua della Diga di Valfabbrica: il Sagrantino style contro il Trasimeno assettato. Tira una brutta corrente...

L'acqua della Diga anche per il grande Lago umbro? C'è chi insorge. Chi grida allo scandalo. L'assessore Morroni spiega quella che è solo una ipotesi e ribadisce a chi andrà da progetto l'acqua futura dell'invaso. Ma se l'Umbria si divide... addio piccola Umbria

I cambiamenti climatici, la siccità record (anche in Umbria) e il futuro dell'agricoltura - fiore all'occhiello del turismo sotto forma di food,beverage e territorio - stanno facendo molto paura agli addetti ai lavori e ai grandi concorsi di olio e vino sparsi nella nostra Regione. Una paura vera e crescente che ha provocato una sorta di guerriglia sull'acqua della futura Diga del Chiascio - l'invaso ha iniziato a riempirsi ma ci vorranno anche un due-tre anni per la sua entrata in funzione - che rappresenta il grande serbatoio per tanti territori regionali assetati. Tra i suoi obiettivi: quello di garantire l'acqua per uso irriguo che non sarà più prelevata dai fiumi e torrenti - Chiascio, Topino e Tevere ai minimi storici - ma sarà garantita dalla rete della Diga.

Una diga quella di Valfabbrica, talmente imponente una volta regime, che permetterebbe di aiutare anche la sopravvivenza del Lago Trasimeno, il quarto lago del Paese e fonte di turismo e di sostegno al made in Umbria. Questa ipotesi ha scatenato il primo vagito di quella che potrebbe essere una futura guerra dell'acqua per i vari territori. Il Presidente dell’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino (l'Umbria di mezzo potremmo chiamarla) non ci ha pensato due volte ha schierarsi contro questo eventuale sostegno ribadendolo tra l'altro non conforme ai progetti della Diga. Non solo contrario ma in pratica lo ha dato per cento. Ma così non è. L'obiettivo però era vedere l'effetto che fa? Mettere le mani avanti? Di certo un intervento non in linea con una regione talmente piccola che si salva solo se unità. E' ovvio che l'invaso deve servire vigneti ed oliveti dell'area del Sagrantino style. Ma quella del Trasimeno non è verità.

Ed è dovuto intervenire l'assessore Roberto Morroni: "Quella dell’immissione nelle condotte che alimentano il bacino del Lago Trasimeno, allo scopo di fronteggiare l’abbassamento del livello idrometrico, è una mera ipotesi di lavoro, al momento allo stato embrionale, che prende spunto da uno studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi di Perugia risalente a molti anni orsono. Si tratta di un’ipotesi che deve necessariamente essere sottoposta ad un percorso che permetta di verificarne, in maniera puntuale, la fattibilità e la sostenibilità sotto il profilo tecnico, economico-finanziario e ambientale. Ogni possibile utilizzo della diga, per alimentare il Trasimeno, potrà e dovrà avvenire in un quadro di compatibilità rispetto alla destinazione della risorsa idrica prevista con la realizzazione di questa grande infrastruttura. Pertanto, appaiono fuori luogo e infondate le dichiarazioni del Presidente dell’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino”.

Gli impieghi dell’acqua dell’invaso concernono l’approvvigionamento idropotabile del sistema Perugino-Trasimeno (è in fase di progettazione da parte di Umbra Acque il collegamento tra la diga del Chiascio e il sistema acquedottistico), l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei territori comunali di Spello, Foligno e Montefalco, degli impianti nella piana di Trevi, di Montefalco e Bevagna e la produzione di energia idroelettrica. È stata realizzata l’adduzione dalla diga di Valfabbrica fino a Cannara, mentre sono due le opere già progettate e per le quali l’EAUT è concessionario di un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili: la prima, per un importo di 17 milioni e 276mila euro, per l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra (per circa 2500 ha) nei territori di Spello, Foligno, Bevagna e Montefalco, per un volume totale di 8-10 milioni di metri cubi; la seconda, finanziata a valere sul Pnrr, per l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei comuni di Montefalco e Foligno (per circa 3500 ha) per un volume totale di 10-15 milioni di metri cubi.

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