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Cronaca

Troppi cinghiali in Umbria: altri pesanti danni alle coltivazioni: "Si rischia di chiudere"

Nuove segnalazioni degli imprenditori esasperati per una situazione insostenibile

Ancora danni causati dai cinghiali all’agricoltura in tutta la regione. Nuove segnalazioni degli imprenditori esasperati per una situazione insostenibile. Un nuovo allarme è stato lanciato dalla Coldiretti Umbria, dopo che nei giorni scorsi aziende agricole di Vallo di Nera e Fabro, hanno riscontrato le ennesime devastazioni da parte della fauna selvatica sui loro campi.

I recenti danni dei cinghiali, ma anche dei caprioli, su grano, ceci e tartufaie - spiega Leopoldo Dominici dell’azienda agricola biologica e agrituristica “Valnerina” di Meggiano a Vallo di Nera - sono solo gli ultimi di una lunga serie, visto che le devastazioni sono diventate ormai quotidiane. Proprio alcuni giorni fa - continua Dominici - abbiamo dovuto anticipare la raccolta della lenticchia, per salvare la produzione dell’anno da attacchi ormai scontati e certi.

Lo scenario non cambia tra Ficulle e Fabro dove Valentino Di Girolamo conduce la sua azienda agricola. I cinghiali questa volta - spiega Di Girolamo - si sono accaniti sul mais, con un appezzamento che ha subito danni di almeno il 50%. Ma di recente, era toccato ai campi di favino con ingenti distruzioni: una situazione ormai fuori controllo che pesa in maniera sempre più grave sui bilanci aziendali e vanifica il lavoro di un’intera annata. Ci sentiamo come “derubati” a casa nostra e sempre più impotenti.

"Basta venire nelle nostre aziende agricole - ha affermato il presidente di Coldiretti Umbria Albano Agabiti - per rendersi conto di persona dei disastri che da tempo siamo costretti a denunciare, a cominciare dal calo evidente delle rese dei terreni e i cui effetti sull’ambiente saranno ancora più chiari in tutta la loro gravità negli anni a venire. Se vogliamo evitare la chiusura di tante aziende agricole umbre e il conseguente spopolamento di larghe fette delle nostre campagne, a cominciare dalle zone marginali occorre veramente un cambio di rotta e un’assunzione di responsabilità ai vari livelli che possa contribuire ad evitare agli imprenditori agricoli di dover continuare a produrre per gli animali nocivi piuttosto che per la collettività".

Continuerà quindi la nostra mobilitazione su tutto il territorio, per far fronte in maniera decisiva a questa problematica che affligge da troppo tempo il comparto. Per superarla serve un rinnovato e decisivo impegno da parte di tutti gli attori interessati, spingendo sulle possibili riforme normative e superando ogni complicazione di ordine burocratico.

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