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Cronaca

La cucina made in Umbria rischia di perdere il "coniglio" in padella: ecco la proposta di legge

L'ex ministro Berlusconiano Michela Brambilla ha presentato una proposta di legge per equiparare il coniglio (qualsiasi specie) a cani e gatti, animali domestici. Tutti i particolari

Coniglio alla cacciatora, coniglio ripieno, coniglio fritto e altre mille ricette ancora. In Umbria il coniglio è prevalentemente un cibo, piuttosto che un grazioso animaletto da compagnia. Nelle nostre campagne se ne allevano milioni, alla pari di galline e anatre. La destinazione ovviamente è il forno di casa o le macellerie dei centri commerciali o indipendenti. Certo non mancano gli amanti dei conigli da casa.

Nei ristoranti e negli agriturismi è un cibo che non può mancare se si vuole offrire "una carta" rigorosamente made in Umbria. In famiglia si mangia nelle occasioni speciali o di domenica. Ma c'è una legge che lo vuole togliere dai piatti di casa nostra e del resto del Paese. L'ex ministro Berlusconiano, rimasto ancora saldamente in Parlamento, Michela Brambilla ha presentato una proposta di legge per equiparare il coniglio (qualsiasi specie) a cani e gatti, animali domestici. Il coniglietto sarebbe la terza scelta degli italiani in cerca di compagnia. Secondo la proposta dunque "la loro carne e la loro pelliccia non deve essere consumato e commercializzata".

E chi lo farà - se passa la legge - rischia grosso: "chiunque allevi, esporti, importi, sfrutti economicamente o detenga, trasporti, ceda o riceva a qualunque titolo conigli al fine della macellazione, o commercializzi le loro carni" rischia da quattro mesi a due anni di carcere e una multa da 1.000 a 5mila euro per ciascun animale". Una pena severa. Ma siamo d'accordo a togliere dal menù umbro un piatto tradizionale comune il coniglio? Vegani e vegetariani da anni lo fanno e da anni si battono per tutelare gli animali ed evitare la carne. 

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