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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Commissione Ecomafie in Umbria: "108 discariche, trielina nelle falde e inchieste pesanti"

I parlamentari hanno ascoltato istituzioni, comitati e forze dell'ordine: "Preoccupazione per Pietramelina e Gesenu"

Centootto vecchie discariche che flagellano le falde acquifere dell’Umbria, riversando triellina. E non solo. Dalle audizioni della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in missione in Umbria, di cui fanno parte oltre al presidente della commissione d'inchiesta Alessandro Bratti (Pd), i deputati Stefano Vignaroli (M5s), Renata Polverini (FI), Alberto Zolezzi (M5s) e i senatori Paolo Arrigoni (Lega), Laura Puppato (Pd), Bartolomeo Pepe (Gal), salta fuori di tutto.

Tipo segnalazioni sia di irregolarità nella gestione dei rifiuti che di indagini in corso anche su traffici illeciti, ma nessuna prova di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata o della realizzazione di profitti da parte delle mafie in Umbria.

Oppure la gigantesca discarica abusiva di Gualdo Tadino, che “ha portato all’infrazione europea e che costa in sanzioni 400mila euro ogni sei mesi”, e “la volontà della Procura di costruire una task force per i reati in materia di pubblica amminastrazione, perché in Umbria, ha detto il procuratore in audizione, nelle indagini c’è una certa prassi consolidata che necessita di una scossa e dalle forze di polizia non arrivano segnalazioni soddisfacenti”. O, infine, "le discrepanze sui dati della raccolta differenziata e le schede di verifica".
 

Obiettivo della visita della commissione, attraverso anche una serie di sopralluoghi a Perugia e Terni, quello di verificare il sistema regionale di gestione integrata del ciclo dei rifiuti e lo stato di avanzamento delle operazioni di bonifica del sito di interesse nazionale di Papigno (Terni), oltre a compiere un sopralluogo nelle discariche regionali come quelle di Vocabolo Valle (Terni) e Le Crete (Orvieto).
Il presidente Bratti ha parlato di “importanti indagini in corso sull'impianto di Pietramelina, per verificare la presenza di irregolarità nella gestione di rifiuti pericolosi e del percolato, oltre a conferimenti sospetti”. E ancora: “Irregolarità anche per la gestione di Borgo Giglione e segnalazioni per un traffico diffuso di rottami ferrosi, su cui sono in corso indagini. Particolare attenzione da parte della magistratura per l'inchiesta Gesenu e le interdittive antimafia, che sono comunque fondate”. La commissione ha ascoltato il sindaco di Perugia Andrea Romizi che, ha spiegato Bratti, “ha sottolineato la volontà di eliminare gli elementi poco chiari e di tutelare i 400 dipendenti".
 

Anche la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, durante la sua audizione "ha espresso preoccupazione per vicenda Gesenu - ha detto Bratti - segnalando poi anche che nella gestione di impianti strategici i proprietari non sono umbri".  Regione che, ha ricordato ancora il presidente della Commissione, ha illustrato nel dettaglio "l'ambizioso piano regionale dei rifiuti confermando che non è necessario un ulteriore inceneritore e che con l''attuale impiantistica c’è la garanzia per gestire tutto il ciclo dei rifiuti”. 

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