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Cronaca

BRACCONIERI VIGLIACCHI Uccisa giovane lupa: hanno sparato a pallettoni

Continua la strage di lupi sull'Appennino umbro. Dopo le polpette avvelenate ora, i soliti ignoti, hanno iniziato proprio a cacciarli armati di fucili e cartucce da cinghiale. Le foto della mattanza barbara

Ignoranza. Follia e anche quella brutalità che è tipica di una certa Umbria che non rispetta la natura e la sua fauna. Tutto questo per cercare di spiegare questa ennesima caccia al lupo dell'Appennino umbro che è tornato a ripopolare le nostre terre dopo essere stato praticamente massacrato per decenni. Una caccia al lupo vero e proprio che dimostra ancora una volta un pregiudizio e una brutalità medioevale. L'ultima uccisione di una lupa è avvenuta nel ternano: lungo la strada della Forca che collega Piediluco con la Forca di Arrone. L’animale è stato ucciso da colpi di arma da fuoco, di cui uno a pallettoni ed uno a palla, che hanno colpito il lupo nel collo causando la morte immediata.

Dall’esame della dentatura e delle condizioni generali si è potuto desumere che si trattava di una lupa di circa 3 o 4 anni, in buone condizioni di salute, che aveva già partorito. L’animale faceva sicuramente parte di nucleo abbastanza numeroso (si stima di circa 10 esemplari) che da diverso tempo vive abitualmente nella zona compresa tra le località di Santa Cristina del Comune di Arrone e le località di Villalago, Monte Mardello e Penna dei Cocchi del Comune di Terni. Nel passato questi lupi erano stati ritenuti responsabili di attacchi a ovini, bovini ed equini della zona ma ultimamente non si era venuti a conoscenza di ulteriori episodi tanto da far supporre che si era stabilito un equilibrio tra le due situazioni, quella selvatica e quella domestica.

Molto spesso i lupi umbri vengono visti come dannosi, non solo dagli allevatori, ma anche da qualche cacciatore che vede nel lupo un antagonista alla loro attività in quanto preda in maniera consistente i cinghiali. Il Comando della Forestale di Terni proseguirà le indagini per l’individuazione certa dei responsabili del grave atto di bracconaggio che la legge punisce con l'arresto da due a otto mesi o l'ammenda da € 774 a € 2.065.

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