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Cronaca

Folla di perugini per l'ultimo saluto a Giacomo Paris: "Innamorato della sua città"

La chiesa era affollata all’inverosimile per portare l’ultimo saluto "all’amico, all’insegnante, al predicatore, all’attore, al religioso"

Ultimo saluto per Giacomo Paris, presso la chiesa parrocchiale S. Antonio da Padova, dove è ubicato anche il convento OFM Cap Perugia Oasi. Un luogo di cultura e spiritualità, col teatro di Rebecca, la biblioteca di oltre 30 mila volumi, la sede della Infermeria Provinciale. Un luogo dove fra’ Giacomo si sentiva veramente a casa sua.

La chiesa era affollata all’inverosimile per portare l’ultimo saluto all’amico, all’insegnante, al predicatore, all’attore, al religioso “che – dice il celebrante, Padre provinciale Matteo Siro – poteva anche inalberarsi, ma ogni sua reazione era il riflesso di una luce interiore, ricca di spiritualità”.

L’ultima performance attoriale di Giacomo era stata l’1 e il 2 agosto, per la Festa del Perdono, nella sua Monte Malbe. Aveva recitato un testo premonitore, “A livella” di Totò, nella versione perugina realizzata dall’amico poeta Nello Cicuti: un “appressamento” alla morte sentita, francescanamente, come “sorella”.

Paris, borgarolo della Pesa, era entrato nell’ordine dei Cappuccini all’età di 48 anni: una vocazione matura e, proprio per questo, più serena e consapevole. Giacomo amava la sua città: era perugino fino all’osso. Lo ha ricordato il Padre provinciale, citando le parole del servizio su Perugia Today che si riferivano alla peruginità e all’Accademia del Dónca.

Ha raccontato dall’ambone Sandro Allegrini: “Quando, con Walter Pilini preparavamo l’annuale antologia ‘Officina  del dialetto’, chiedevo a Giacomo qualche poesia. Lui diceva di non avere tempo, preso com’era da celebrazioni, prediche e novene. Poi, al momento di salutarci chiedeva ‘Per quando ti serve?’. E puntualmente, un paio di giorni dopo, arrivava la lettera con qualche composizione, scritta in lingua perugina nell’elegante forma del sonetto”. Toccante il saluto della sorella, vivissima la partecipazione di tanti che lo hanno conosciuto e amato.

Gli amici della Pesa, contrariamente a quanto previsto (la salma doveva essere direttamente trasportata al cimitero di San Marco), chiedono che il corteo passi per corso Bersaglieri e Monteluce, per via Cialdini e vicino al “piazzale” dove Giacomo ha giocato da bambino.

Lo testimonia la bella poesia, letta dall’attore Leandro Corbucci, “Arcordo la mi mamma Teresa”: Belli ènno stèti j anne del Piazzèle / quanno la vita n gioco me sembrava, / festosa e alégra come n carnevèle / la mamma ta me, forca, me badava… “Sè peggio de Cinicchia – me diceva / e po' da grande finirè m prigione” / Ma forte forte al core me strignéva…Ciao, Giacomo! Gli amici della Pesa, del teatro, del convento, della scuola ti hanno accompagnato all’ultimo viaggio. Che la terra ti sia lieve!

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