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Cronaca

Coppia vip in tribunale a Perugia, ecco come è stato truffato Teddy Reno, il marito di Rita Pavone

Al centro della truffa la storica Villa Ricordi. Parte offesa anche un magistrato. Il celebre Teddy Reno parte civile nel processo

Coppia vip al tribunale di Perugia. Rita Pavone, la storica cantante italiana, insieme al marito Ferruccio Merk Ricordi, da tutti conosciuto con il nome d’arte Teddy Reno, ora al centro di un procedimento penale che lo vede parte civile insieme a un magistrato romano (difeso dagli avvocati Massimo Brazzi e Simonetti) e a un cancelliere. In forza del coinvolgimento come parte offesa di un giudice del tribunale di Velletri, per competenza territoriale il procedimento è stato spostato a Perugia. E questa mattina, dinanzi al giudice Narducci, è stato sentito come testimone il famoso cantante, ormai 90enne. L’uomo, difeso dagli avvocati Rocca Maria Auletta del foro di Pescara e da Sergio Fifi del foro di Perugia, ha raccontato l’odissea vissuta per una vendita di un immobile a lui caro e della presunta truffa messa in atto dall’odierno imputato, un amico di vecchia data e con cui aveva collaborato nel corso degli anni. L’imputato, avrebbe approfittato e sfruttato in particolare il vincolo di fiducia conseguente alla pregressa prestazione d’opera svolta a favore di Teddy Reno, per mettere in atto una truffa così congeniata. 

Tutto ha inizio con la vendita di “Villa Ricordi” nel comune di Ariccia, già di proprietà di Teddy Reno fino al 2008, anno in cui lui stesso l'ha venduta ad un acquirente per un valore di oltre di due milioni di euro. Ma nel tempo, quel bellissimo immobile vicino a Castel Gandolfo, viene sottoposto a pignoramento immobiliare. A quel punto sarebbe stato lo stesso imputato a contattare Teddy Reno, per proporgli un “bell’affare”. Ci sarebbe stata, dunque, la possibilità di ottenere l’assegnazione dell’immobile a favore di Reno, grazie alle competenze dell’”intermediario” per le quali avrebbe potuto operare all’interno del sistema del personale degli ausiliari e dei magistrati del tribunale di Velletri e che sarebbe stato coadiuvato anche dal ragioniere (anche lui parte offesa nel procedimento) per questa operazione.

Ciò che l’imputato prospetta a Teddy Reno è, in sostanza, l’acquisto della villa a un prezzo molto vantaggioso rispetto al valore di mercato “tramite – si legge nel decreto che predispone il rinvio a giudizio – una non meno dettagliata operazione di licitazione privata da condurre nell’ambito dell’instaurata procedura, prevedendo nella prima fase la formulazione di un’offerta d’acquisto pari a 660mila euro “e che in caso di accoglimento del giudice poteva seguirne un pagamento frazionato nel tempo, ma "depositando le somme al custode giudiziario per il tramite dello stesso imputato". 

Teddy, aderendo a quanto proposto, inizia a versare le somme per tramite di bonifici bancari, per un ammontare complessivo di circa 138mila euro e intestati all'odierno imputato che, di volta in volta, avrebbe presentato lui stesso copia delle rispettive false ricevute e a firma falsa. Oltre a questo, secondo l'accusa, avrebbe fornito copia del falso verbale d'asta, falsificando la firma del giudice e del cancelliere, "indicante l'aggiudicazione provvisoria dell'immobile a Teddy Reno".  In sintesi: niente chiavi in mano e niente casa. La prossima udienza è stata fissata al prossimo 15 novembre per ascoltare altri testimoni sulla vicenda che ha fatto perdere a Reno la sua casa dei "Ricordi". 

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