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Cronaca

Prende il reddito di cittadinanza, ma dimentica di dichiarare le passate condanne: processato

Per la difesa si è trattato di un errore per non aver considerato fatti risalenti nel tempo

Le condanne penali annotate nel casellario giudiziario non permettono, ad esempio, il rilascio del passaporto o il permesso di tiro sportivo, e se non vengono dichiarate, costano anche un processo.

Nel caso di un perugino, difeso dall’avvocato Ermes Farinazzo, anche l’accusa di truffa per aver ottenuto il reddito di cittadinanza con una omissione nella dichiarazione.

L’imputato è accusato di truffa ai danni dell’Inps per avere, con false dichiarazioni, indotto in errore i funzionari che hanno concesso il beneficio del reddito di cittadinanza.

Per legge avrebbe dovuto indicare, oltre ai beni mobili e immobili, lavori anche saltuari, possesso di quote societarie, familiari conviventi con pensioni o redditi, anche l’eventuale presenza di condanne. Questo perché i reati penali sono incompatibili con il reddito di cittadinanza a meno che non siano trascorsi almeno dieci anni dalla condanna.

Secondo la Procura di Perugia l’imputato aveva riportato condanne ostative al rilascio del reddito di cittadinanza e, quindi, non avrebbe potuto ottenerlo.

La difesa punta a ricondurre il comportamento dell'imputato ad una dimenticanza e non alla volontà di truffare.

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