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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Gubbio

Reddito di cittadinanza illegittimo: non dichiara di possedere un'azienda e di lavorare, a processo per truffa

Secondo la difesa si è trattato di un errore nella domanda, visto che l'imputato non ha mai ritirato la carte elettronica né ritirato mai il denaro accreditato

Prende il reddito di cittadinanza, ma non dichiara di avere un'azienda e di lavorare, per questo finisce sotto processo per truffa. Anche se non ha mai ritirato la carta elettronica e non ha mai speso un centesimo di quel denaro.

La Procura di Perugia contesta all'imputato, difeso dall’avvocato Diego Florio, di avere dichiarato il falso in merito alla residenza in Italia e di aver omesso proprietà e redditi.

Secondo l’accusa il cittadino straniero avrebbe omesso “informazioni dovute, dichiarando di essere residente nel territorio italiano da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo”, quando in realtà era in Italia solo dal 12 gennaio del 2018, al fine di “ottenere indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza”.

La Procura di Perugia contesta anche la truffa per aver presentato il 30 marzo del 2021 la domanda per il reddito con la falsa attestazione sulla residenza, “inducendo in errore il personale dell’Inps di Gubbio che, sulla scorta delle sue asseverazioni, riconosceva il beneficio economico di 675,33 euro per il solo mese di aprile 2021, procurando a sé un ingiusto profitto con un corrispondente danno per l’istituto previdenziale”.

L’imputato avrebbe anche omesso di dichiarare l’acquisto di “un’azienda per un valore di 10.000 euro e di aver iniziato una nuova attività lavorativa (nel periodo dal 05/05/2021 al 16/07/2021 registrava importi per vendite pari a 7.020,69 euro)” e le conseguenti “variazioni di reddito e patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio del reddito di cittadinanza”.

Secondo la difesa ci sarebbero degli errori e delle non corrette indicazioni da parte dello sportello sindacale nella gestione della pratica. Nel corso della prima udienza sono stati ammessi i testi dell’accusa e della difesa, con rinvio a marzo del 2023.

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