Mascherine Ffp2 con marchi falsi, l’importatore non era uno sciacallo: ecco perchè è stato assolto
Il sito per certificare la legittimità del produttore non era funzionante e la società produttrice aveva assicurato la conformità
Importa mascherine Ffp2 da Paesi extra Ue, passando per la Polonia, ma dai controlli emerge che il marchio è contraffatto e finisce sotto processo.
Un imprenditore è stato condannato in primo grado a 2 anni di reclusione, ma è stato assolto in appello “perché il fatto non costituisce reato allorquando vi sia un ragionevole dubbio in ordine alla non conoscenza da parte dell’imputato della falsità o della diversa qualità del prodotto venduto rispetto a quella dichiarata”.
Sotto processo era finito l’amministratore unico e rappresentante legale di un’impresa che si occupava di intermediazione commerciale di prodotti da paesi extra Ue per poi rivenderli nel territorio nazionale. L’accusa per lui era di frode in commercio “per aver posto in essere atti diretti in modo non equivoco a vendere e consegnare mascherine di protezione prive di marcatura CE e non conformi allo standard FFP2, ma contrassegnate da un logo che non figurava tra quelli inseriti nella banca dati del Ministero della salute”.
I giudici di appello hanno assolto l’uomo “poiché egli non era consapevole della falsità del marchio UE apposto sulle mascherine di tentata vendita in Italia in ragione dal fatto che il sito finalizzato a certificare la legittimità del produttore non era funzionante e che la società polacca, produttrice dei presidi sanitari, aveva inviato una comunicazione scritta all’azienda dell’odierno appellante circa la conformità della propria produzione alle disposizioni comunitarie”.