Bancali acquistati in nero e rivenduti con false fatture per frodare il fisco: 4 sotto processo
Nell'inchiesta anche delle "teste di legno" a capo delle società che avrebbero emesso i documenti fasulli
Quattro persone sono finite sotto processo con l’accusa di aver emesso o utilizzato false fatture per frodare il fisco.
Gli imputati, un italiano di 41 anni difeso dall’avvocato Donatella Panzarola, un altro italiano di 57 anni difeso dall’avvocato Rossano Monacelli, e due marocchini, uno di 36 anni difeso dall’avvocato Giulia Pacchiarotti e un secondo di 33 anni difeso dall’avvocato Matteo Marinacci, avrebbero messo in atto un sistema fraudolento con un giro di fatture tra diverse aziende, operanti principalmente nel commercio dei bancali, utilizzando dei prestanome sostanzialmente nullatenenti, uno dei quali addirittura residente nei locali della Caritas.
La Procura contesta una ventina di fatture, con importi che variano da 500 a 10mila euro, per un importo totale di oltre 50mila euro, “al fine di consentire … l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto”.
Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza di Perugia la frode consisteva nell’acquistare, completamente “in nero”, diversi pallet usati (se non addirittura rubati), per poi richiedere, a delle società esistenti solo sulla carta, delle fatture false attestanti l’acquisto, così da potere irregolarmente dedurre i costi sostenuti.