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Cronaca

"Affari d'oro grazie a me alle aste giudiziarie", ma sparisce con 130mila euro di acconti per auto e appartamenti

Sotto processo per truffa un uomo che si è finto mediatore, millantando conoscenze con magistrati e avvocati nel mondo delle vendite all'incanto

Un 50enne di Città di Castello, difeso dall’avvocato Roberto Bianchi, è finito sotto processo per aver truffato clienti attraverso la compravendita di automobili.

La Procura di Perugia contesta all’imputato di essersi proposto “quale intermediario per l’acquisto” da parte di un concessionario “di numerose autovetture di varie marche e cilindrate, nonché di mezzi e attrezzi agricoli” sia per sé sia per la rivendita ad altri clienti. Contestata anche la fittizia compravendita di appartamenti di pregio in zone turistiche ed esclusive come Cortina, Taormina e Madonna di Campiglio.

Affari che sarebbero stati conclusi grazie alle conoscenze dell’imputato, il quale avrebbe millantato “contatti con compiacenti giudici d’asta e avvocati in grado di influire dall’interno nel sistema della aste giudiziarie italiane, che gli avrebbero garantito prezzi di particolare favore”.

Per dare più valore alle sue parole, l’imputato avrebbe mostrato ai potenziali clienti, o vittime della truffa, “le fotografie dei numerosi beni di cui millantava la disponibilità”. E quando le vittime manifestavano “crescenti preoccupazioni a seguito del mancato recapito” delle auto o degli appartamenti “rispetto ai tempi previsti per la consegna e delle proteste dei suoi promissari acquirenti, sulla bontà dell’operazione e sull’imminente consegna dei beni”, si metteva al telefono e fingeva di parlare con “il fantomatico giudice Mario Marianelli e l’avvocato Montini Maria Grazie”.

Quando le acque avevano iniziato ad agitarsi troppo, avrebbe provato a far circolare la voce che era uscito “dal sistema delle aste”, ma che avrebbe organizzato degli appuntamenti chiarificatori con il presunto giudice. Incontri che sarebbero andati deserti.

L’accusa contesta anche l’aver consegnato ai clienti “le ricevute di versamento degli acconti ricevuti per la prenotazione dei mezzi”, con tanto di marche da bollo per l’immatricolazione; di aver utilizzato moduli prestampi di trasporto del bene, ma totalmente falsi; falsi erano anche i documenti delle Procure e dei Tribunali d’Italia utilizzati per mostrare l’andamento delle aste.

Per tutto un anno, inoltre, avrebbe inviato sms di rassicurazioni e sparendo con 138mila euro di acconti riscossi dalle vittime.

Acconti versati dalle vititme per un’Audi A5, una Suzuki Jimmy, un’Audi Q£, un Ragen Rover Evoque, diverse Golf, Mini, BMW, Panda, trattorini tosaerba, tagliaerba, un bus Mercedes, un escavatore, alcune moto, una Volvo V60 e diversi mezzi agricoli.

Sono 19 le persone offese individuate dalle indagini e alcune si sono costituite parte civile tramite gli avvocati Ubaldo Minelli ed Eugenio Zaganelli.

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