Truffa alla Stranieri, in quattro a giudizio per il buco milionario delle tasse di iscrizione degli studenti cinesi
Nel mirino della Procura i versamenti per i corsi Turandot e Marco Polo. A giudizio anche l'ex direttore generale per minacce
Il giudice per l’udienza preliminare Margherita Amodeo ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati nell’ambito dell’indagine sulle iscrizioni degli studenti cinesi all’Università per Stranieri di Perugia.
Secondo la Procura di Perugia Zeng Delong e Liu Yin, difesi dall’avvocato Leonardo Orioli, e Cristiano Nicoletti e Fabrizio Focolari, difesi dall’avvocato Vittorio Manes, sarebbero responsabili di truffa “perché, in concorso tra loro e con altri soggetti non identificati” avrebbero imposto “agli uffici dell'Ateneo una prassi per le iscrizioni, differenziale rispetto a quella relativa a tutti gli altri corsi, tale per cui venivano rilasciati, dietro semplice presentazione da parte delle agenzie cinesi di una lista di studenti, i certificati di preiscrizione necessari per l’ottenimento dalle Autorità diplomatiche del visto di ingresso, con relativa quietanza di pagamento senza che potesse essere controllato né preventivamente, né successivamente l'abbinamento dei pagamenti con gli specifici nominativi di studenti a cui erano riferiti e nel predisporre la falsa attestazione” predisponendo due convenzioni con firme ritenute false dalla Procura “tali da simulare un diritto della Grifone a provvigioni del 37% e del 39% sulle tasse di iscrizione degli studenti cinesi dei corsi di lingua relativi ai Progetti Marco Polo e Turandot” con “il rilascio delle preiscrizioni ad almeno 47 studenti che non avevano mai formulato alcuna istanza e attestando falsamente che gli stessi avrebbero soggiornato presso l'Adisu” con un “mancato incasso dei medesimi diritti di iscrizione per un importo non inferiore a 3.900.000 di euro.
A Simone Olivieri, difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli, è invece contestato il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato perché “dopo aver chiuso in uno stanzino” la dipendente che risulta parte offesa, “chiudendo la porta con la chiave”. In merito a questo passaggio Olivieri ha tenuto a precisare che negli uffici della Stranieri non ci sono chiavi per chiudere le porte, ma solo un sistema di pulsanti, quindi non avrebbe potuto rinchiudere nessuno.
“Sono convinto che il dibattimento (fissato per il 19 settembre davanti al giudice Mastrangeli, ndr) permetterà di accertare l’infondatezza delle accuse, così come sostenuto dal mio assistito in più occasioni” ha detto l’avvocato Francesco Falcinelli uscendo dall’udienza. Olivieri che ha sempre negato di aver chiuso in uno stanzino una dottoranda e di aver pronunciato la famosa frase “‘tu sei l 'anello più debole della catena. Non mi serve il colpevole, ma un colpevole. Se tu dici di aver firmato la possiamo chiudere come un errore amministrativo interno” è anche costituito parte civile nel procedimento. Così come l’Università per Stranieri di Perugia che si è costituita parte civile chiedendo 5 milioni di euro di danni per i mancati incassi delle tasse di iscrizione. Nel processo si è costituita parte civile la ex rettrice Grego Bolli, assistita dallo studio legale Brunelli, per ottenere il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, subiti in conseguenza dei reati addebitati a Nicoletti e Focolari. Il professor Brunelli esprime soddisfazione per l'esito dell'udienza: "l'indagine della Procura ha raccolto fonti di prova determinanti per ricostruire le responsabilità degli imputati a fronte di condotte illecite perpetrate per circa quattro anni ai danni delle casse dell'Università".
Proprio da una denuncia dell'allora rettrice Grego Bolli e dell'ex dg Olivieri erano partite le indagini della Guardia di finanza.
Il dibattimento permetterà anche di accertare se i due imputati cinesi abbiano agito di loro iniziativa o potevano contare sull’appoggio del governo cinesi. Dalle carte processuali, infatti, emergono alcuni episodi da chiarire: come mai una funzionaria dell’Università per Stranieri sarebbe stata contattata da appartenenti ai servizi segreti, o quanto meno così si era presentata la persona ricevuta a Palazzo Gallenga? E, inoltre, cosa ci faceva un pezzo grosso del Partito comunista cinese sempre nella sede dell’ateneo? Ancora da chiarire un passaggio: dalle carte emerge che l’ateneo riscuoteva per incasso dall’agenzia cinese e, quindi, non è dato conoscere chi ha versato meno del dovuto.