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Cronaca

Sfruttano tossicodipendenti, cedono dosi in cambio di appartamenti sicuri

A finire davanti al Giudice del Tribunale di Perugia sono state in tutto 28 persone. Un clan della droga ben organizzato e che ha permesso di mettere in luce un nuovo sistema utilizzato per depistare le Forze dell'ordine

Si facevano aiutare dai tossicodipendenti per trovare appartamenti “puliti” dove poter creare delle vere e proprie “basi operative”. In cambio dell’aiuto, regalavano le dosi ai drogati che schiavi di questo sistema, diventavano anche sei prestanomi per le sim card. Ma sono in tutto 28 le persone, albanesi e italiane, finite davanti al giudice per l'udienza preliminare che li vedi accusati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, favoreggiamento, minacce e sfruttamento della prostituzione.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa il gruppo avrebbe formato un sodalizio, come si legge nel capo d’imputazione, “allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di importazione, detenzione e cessione a terzi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina”. I coinvolti avrebbero così creato una perfetta suddivisione dei ruoli che andavano dal custode dello stupefacente e gestore dei rapporti fino al confezionatore delle dose e il contabile. Al vertice dell’organizzazione chi prendeva le decisioni sui compiti e le retribuzioni.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Alberto Catalano, Donatella Panzarola, Cristina Giorni, Michele Nannarone, Ludovico Fulci, Giuseppe Congiunti, Vincenzo Bochicchio, Lino Ciaccio, Catia Riboloni, Daniela Paccoi, Omar Khmayes, Andrea Galmacci, Antonella Panetta, Costanza Malerba, Claudio Cimato, Francesco Mattiangeli, Francesco Falcinelli, Maria Cristina Massetti e Francesco Maggiolini. La notizia è riportata dal Giornale dell’Umbria

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