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Cronaca

Ex Ferrovia Centrale Umbra: treni alla velocità di un motorino, tre ore per arrivare a Terni

Peggiora ulteriormente la situazione per il servizio su rotaia regionale. Pendolari arrabbiati, altri in fuga, sindacati preoccupati per i posti di lavoro. Velocità massima dei treni 50 chilometri orari

Alla velocità di un motorino: 50 chilometri orari fissi. E' questa la realtà che stanno sperimentando a proprie spese i pendolari - gli ultimi eroici rimasti... spesso per mancanza di alternative - dal primo ottobre scorso. Nessun trenino Ex Fcu può andare ad una velocità maggiore a causa dello stato della rete ferroviaria su cui si muove.

Tutto questo è stato imposto dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria in attesa dei lavori di miglioramento della rete da parte della società gestrice e della Regione che poi consegneranno tutto al colosso nazionale Rete Ferroviaria Italia. Per raggiungere Terni ci si arriva ad
impiegare quasi 3 ore senza fare cambi ovviamente. Alla velocità di un motorino i pendolari accumulano rispetto al passato gravi ritardi sia per entrare al lavoro che per tornare a casa. Per questo disagio non ci sono sconti o tariffe ribassate... tutto resta come prima.

Bisogna sperare nella rottura di qualche treno perchè a quel punto si usufruisce di un servizio navetta (bus) che impiega molto meno
tempo. Se il servizio treno lungo la ferrovia regionale era ad alto rischio sopravvivenza in questa maniera la situazione si complica ulteriormente e si teme una fuga dei "clienti". Una paura palesata anche direttamente dai sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa–Cisal, Orsa e Fna- Ugl): "Questa vicenda rischia di affossare, anzi, di azzerare il trasporto su ferro in Umbria, scoraggiando ulteriormente i clienti e generando una situazione difficilmente recuperabile anche negli anni futuri, proponendo, peraltro, un servizio non assolutamente all’altezza delle tariffe applicate che, anzi, dovrebbero essere riviste in modo da rendere il servizio appetibile e competitivo rispetto alle altre modalità di trasporto".

Il tutto crea notevoli disagi anche agli addetti del settore, dipendenti sia di Umbria Tpl e Mobilità per quanto riguarda la gestione dell’infrastruttura ferroviaria, circa 45 unità, sia di Busitalia per quanto riguarda il personale viaggiante dei treni, circa 85 unità, rischiando di metterne a repentaglio i posti di lavoro. "Pertanto - concludono i sindacati - non si può non richiamare tutti i soggetti coinvolti alle loro responsabilità, chiedendo alle dirigenze di Umbria Tpl e Mobilità Spa e di Busitalia Sita Nord Srl, di trovare soluzioni rapide e condivise, assumendosi là dove necessario anche responsabilità importanti poiché è questo il ruolo che compete a dirigenti seri e  affidabili".

E la Regione resta a guardare? A quando un piano certo per all'ammodernamento della rete? Lo chiedono i pendolari, lo chiedono i dipendenti. In fatto di trasporti l'Umbria sembra fare passi indietro piuttosto che in avanti... altro che smart city. 

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