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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Perugia al centro del traffico di doping: in manette noto culturista perugino

I Nas - coordinati dalla procura della Repubblica di Perugia - hanno fatto questa scoperta portando avanti un secondo filone dell'inchiesta che era partita nel 2013 e che ha già portato a un arresto e 33 persone indagate nel settembre scorso

"Big Bull" o più semplicemente "Il Maestro". Era chiamato così il culturista perugino di 35 anni - professionista di fama internazionale - a cui si rivolgevano atleti da tutto il Paese per poter aver il corpo scolpito non solo attraverso la fatica, la giusta alimentazione e ore in palestra. Chiedevano consigli e farmaci dopanti per "crescere" sempre di più e a tempo di record. Big Bull ai suoi atleti prescriveva i farmaci e settava i dosaggi in vista di gare e non solo. Inoltre, da esperto, dava consigli e proponeva rimedi medico per quei terribili effetti collaterali tipici di chi assume sostanze dopanti.

Tutto questo senza che il "maestro" e gli allievi tenessero conto di quanto abbiano messo a rischio la propria salute, forse compromessa per sempre. I Nas - coordinati dalla procura della Repubblica di Perugia - hanno fatto questa scoperta portando avanti un secondo filone dell'inchiesta che era partita nel 2013 e che ha già portato a un arresto e 33 persone indagate nel settembre scorso. L'indagine è stata illustrata in conferenza stampa - questa mattina - dal colonnello Giovanni Capassi, comandante del Nas per il Centro Italia, e il capitano Marco Vetrulli del Nas di Perugia. Ci sono voluti ben 120 carabinieri per effettuare le perquisizioni a Perugia, Spoleto, Foligno, Milano, Falconara, Brescia e Ragusa.

AGGIORNAMENTO INCHIESTA - ARRESTATO ANCHE IL FARMACISTA

Le accuse vanno dalla ricettazione alla violazione della normativa antidoping, esercizio abusivo della professione medica, falso e violazione della normativa antidoping, immissione in commercio di farmaci senza autorizzazione ministeriali. Ai domiciliari è finito il perugino 35enne, mentre la sua compagna ha l'obbligo di dimora nel suo comune di residenza. Durante l'indagine - fondamentali sono risultate essere le intercettazioni telefoniche e ambientali - a casa di un farmacista sono stati trovati circa 30 scatoloni di farmaci proibiti. Due sono risultati essere i canali per procurarsi i farmaci dopanti: quello delle farmacie e il mercato su internet dove non c'erano controlli sull'uso degli stessi. La merce arrivava da paesi come  Inghilterra, India, Grecia e Moldavia.

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