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Cronaca

DETTI E TRADIZIONI “Per San Valentino ogni ucèllo arpia l su camino”

Tutte le curiosità spiegate dal nostro inviato cittadino perugino

“Per San Valentino ogni ucèllo arpia l su camino”, recita un detto dell’antropologia perugina. Il senso è quello del risveglio della natura. Tanto che nel Medioevo, soprattutto in Francia e Inghilterra, si riteneva che in data odierna cominciasse l’accoppiamento degli uccelli. Da qui l’idea, poi affermatasi, legata alla festa dell’amore e degli innamorati. La lettura volgare del detto poggia sul doppio senso di ‘uccello’ ed è in questa giocosa prospettiva che l’indimenticabile amico Marco Vergoni lo propose in grafica nel mio Breviario laico “… e lascia sta i santi” (Aguaplano).

Noto il detto “A San Valentino ogni ‘Valentino’ sceglie la sua ‘Valentina’”, in cui i due nomi propristanno per uomo-donna (non c’era, almeno allora, la par condicio o il politicamente corretto di orientamenti alternativi). Quanto alla letteratura del Seicento, si pensi all’ “Amleto” scespiriano, quando Ofelia impazzita canta: “Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina”. La festa venne istituita nel 495 da papa Gelasio I, per la cristianizzazione della festa dei Lupercalia. Ricorrenza che, nel mondo romano, era caratterizzata da una certa promiscuità sessuale, legata allo stesso evento, con inversione dei ruoli e scatenamento di istinti.

La festa è comunque una ripresa della tradizione biblica, in un dimensione “fertile”, finalizzata alla riproduzione, associandola idealmente alla protezione del santo Valentino. Tanto per conferirle una patina cristianizzata. Alla diffusione del culto di Valentino contribuirono anche i Benedettini, attraverso i loro numerosi conventi (si pensi anche a Mugnano) in quanto, oltretutto, affidatari della basilica di San Valentino a Terni, dalla fine della seconda metà del VII secolo.

L’unione sentimentale, e la congiunzione carnale, sono inevitabili. Tanto che chi non trovava il proprio lui/lei era – nel territorio perugino – tacciato di essere addirittura puzzolente. Il detto suona: “Chi n s’acòppia per san Valentino o sa de stabbio o d’arlentino”. In cui “stabbio (dal latino “stabulum”) sta per “letame”. Mentre dicesi comunemente “arlentino” il cattivo odore che ristagna nella stalla o vicino a una persona che si lava poco, puzzando di sudore o fradicino, o “arlenta” venti maleodoranti. Più chiaro di così!

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