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Cronaca

Terrorismo, è in "fuga" l'estremista islamico che tirava le fila dell'odio da Perugia

L'indottrinamento alle frange più radicali dell'Islam passa attraverso il web e non solo. In Umbria il 70 per cento della droga è in mano agli stranieri: "pericolo per la radicalizzazione in carcere"

Inneggiamento all’odio, alla Guerra Santa, all’Islam più radicale. La minaccia si muove via web, attraverso i social, con il preciso compito di raggiungere un numero sempre maggiore di papabili adepti alla Jihad. Una di queste cellule -  sgominate dopo una lunga indagine partita dalla polizia postale di Perugia e partita nel 2015 -  era proprio nel territorio umbro, a Perugia. Attraverso una massiccia propaganda all’odio, per divulgare l'ideologia fondamentalista delle frange più estreme dell'Islam attraverso post, commenti, contatti, un tunisino è stato scoperto e indagato per istigazione a delinquere. 

Smantellata cellula terroristica islamica, la dottrina dei "cattivi maestri" per reclutare lupi solitari e guerriglieri

Una indagine antiterrorimo tutt’ora in corso, quella coordinata da una task force della polizia dello stato e che ha portato all'arresto di quattro persone: tre tunisini, di cui uno attualmente detenuto presso la casa circondariale di Milano e un marocchino. Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Perugia su richiesta della locale Procura – D.D.A., sono state eseguite nella giornata di ieri da personale della Polizia di Stato appartenente al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, al Compartimento Polizia Postale di Perugia, coadiuvati da personale dell’ufficio di Milano e della Questura. 

VIDEO Terrorismo islamico, Procuratore: "In Umbria c'è un filo invisibile che unisce pusher-reclutatori-carcere"

La cellula perugina, di cui per ora fa parte solo un tunisino con forti legami con il leader del gruppo, non esclude altre presenze legate all'estremismo islamico; un lupo solitario ritenuto pericoloso, e attualemente ricercato. Secondo quanto fornito dalla polizia postale, l'indagato non avebbre avuto collegamenti con le moschee del capoluogo.

L’attività di prevenzione e monitoraggio, partita in Umbria e poi spostata a Milano, ha permesso così di tracciare i profili di almeno 4 soggetti legati alla radicalizzazione islamica; uno di questi, originario della Tunisia, ma presente a Perugia, era legato a quello che è considerato una specie di  leader, arrestato durante un controllo nella capitale lombarda in data 31 dicembre per una condanna da espiare per spaccio di droga. 

Smantella una cellula terroristica che faceva proselitismo sul web: "Sostegno allo Stato Islamico"

Anche la cellula perugina di cui faceva parte il tunisino, irregolare, con qualche precedente legato al mondo delle sostanze stupefacienti, aveva un profilo facebook con almeno 500 amici, all’inizio – come spiegano gli inquirenti – pubblico, infine chiuso alla sola cerchia di amici. La cellula di Perugia e quella di Milano, in contatto via web, non solo commentava gli attentati che nel corso degli ultimissimi anni hanno sconvolto l’Europa, ma tentava di far cambiare stile di vita agli utenti promuovendo il martirio, e l'deologia dell'Islam radicale come dottrina di vita, anche in nome della morte. 

Persone imprevedibili, legati ad ambienti dello spaccio e proprio per questo, pericolosi. In Umbria, come spiegato dal pocuratore De Ficchy, c'è una percentuale di traffico di stupefacenti in mano a stranieri che è il 70 per cento, rispetto alla media nazionale del 30 per cento e questo purtroppo può attivare anche un potenziale pericolo: la radicalizzazione attraverso la detenzione in carcere. 

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