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Cronaca Norcia

Terremoto, messe e preghiere fuori dalle chiese. Boccardo: “Molte delle opere sono al sicuro”

Un patrimonio inestimabile, spazzato via dalla furia del terremoto. Dopo le scosse a Norcia e Preci del 26 ottobre e il forte terremoto del 30 ottobre (magnitudo 6.5), secoli di storia, arte, bellezza e religione sono stati colpiti al cuore

Un patrimonio inestimabile, spazzato via dalla furia del terremoto. Dopo le scosse a Norcia e Preci del 26 ottobre e il forte terremoto del 30 ottobre (magnitudo 6.5), secoli di storia, arte, bellezza e religione sono stati colpiti al cuore. Don Luciano Avenati, parroco di sant’Eutizio  (l’abbazia del V secolo ora distrutta) aveva sollevato la questione sulla sicurezza e degli interventi, chiedendo varie volte alla Sovrintendenza di effettuare sopralluoghi, a suo dire però, senza mai essere stato ascoltato.

Si poteva salvare qualcosa di quell’immenso patrimonio ridotto in frantumi? “Sicuramente puntare il dito e addossare colpe non porterebbe a niente, non siamo noi a doverlo dire ma i tecnici. Risponde il Vescoso Boccardo, dell’Archidiocesi Spoleto-Norcia. Don Luciano si è solo fatto portavoce della gente, che oltre all’amarezza per la perdita di parte del patrimonio storico e artistico, si riconosce, come comunità, anche per la perdita di monumenti della fede”.

“Alcune opere minacciate dal terremoto del 24 agosto, sono state portate al sicuro in un deposito a Spoleto, a Santo Chiodo, realizzato in sinergia con la Protezione civile e la Regione, dove si provvede anche al restauro”. Le altre, saranno recuperate dalle macerie, grazie alla perizia dei vigili del fuoco che potranno garantire la loro sopravvivenza”.

“Il malcontento della gente riflette un sentimento per la perdita di queste chiese perché vi si riconosce in quella identità. Ma ora dire che si poteva fare di più, sicuramente non siamo noi a dirlo. Sono in contatto anche con la dottoressa Mercalli  (Soprintendente per Archeologia, Belle arti e Paesaggio dell'Umbria), ovviamente non basta mettere un palo per puntellare, sono lavori lunghissimi".

Intanto le messe, nelle zone terremotate, vengono officiate all'aperto. "Complice il bel tempo stiamo celebrando la messa a Cascia e a Preci fuori, anche perchè la gente ha ancora paura. Stiamo comunque lavorando per garantire un luogo sicuro per le celebrazioni liturgiche. Per adesso ciò che conta è unirci, raccogliere le forze per andare avanti, insieme". 

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