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Cronaca Norcia

Terremoto, gli sfollati vogliono rimanere: ma sulle tende è guerra

Prima la protesta, poi la quasi vittoria e infine la doccia fredda da Governo che dice no alle tende... per avere casette di legno in estate

Non se ne vogliono andare. È la loro casa. È la loro vita. Anche adesso che hanno perso serenità, la casa e rischiano persino il lavoro a causa di un paese distrutto, un tempo meta turistica, della norcineria e con una zona industriale dignitosa (distrutta anche questa). Al campo sportivo di Norcia lo hanno gridato in molti ai rappresentanti della Regione, al sindaco Alemanno e alla Protezione Civile: dateci le tende, non temiamo il freddo, in attesa dei moduli abitativi o delle casette in legno (ci vorranno mesi).

Le tende sono riscaldate ma in Valnerina gli inverni sono freddi e nevosi. Lo stesso premier Renzi, oggi in conferenza, lo ha detto: non si possono avere tende in mezzo alla neve. Ma la maggioranza degli sfollati, da Norcia a Preci, ha detto di volerci provare. Sono gente di montagna, sono tosti e sanno bene cosa sia il freddo. Meglio le tende che dormire in auto o andare in albergo a 100 chilometri. Il secondo giorno di protesta avrebbe sulla carta portato i frutti sperati.

Nel pomeriggio dalla Protezione Civile arrivavano messaggi confortanti: chi vuole va in albergo - al momento 400 - e per gli altri bisognerà trovare una soluzione non essendoci grande disponibilità per autonome sistemazioni dopo la scossa del 30 ottobre. La presunta vittoria finale per gli sfollati anti-fuga è stata comunicata nel tardo pomeriggio dal sindaco Alemanno. Dovrebbero arrivere altre tende collettive, saranno ripristinate quelle a diisposizione. Si parla di 400 posti che potrebbero arrivare a ottocento. Ma dalla Regione nessuna conferma. Mentre dal Governo arriva in serata un no deciso alle tende: entro Natale i container, in estate le casette di legno. Ma prima o autonoma sistemazione o tre-settimane in albergo. Come andrà a finire?

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