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Cronaca

Scippo mortale in via della Pallotta, ecco come è stato incastrato il rapinatore killer

Nove anni per la morte di Loredano Maranini, avvenuta a seguito di una tentata rapina finita in tragedia nell'ottobre del 2015. Imputato condannato a nove anni, le motivazioni della sentenza

Nove anni di reclusione per omicidio preterintezionale e tentata rapina per A.A.,  l'imputato marocchino 39enne che il 4 ottobre del 2015  in via della Pallotta, tentò di rapinare il pensionato Loredano Maranini che dopo una caduta a terra, morì. Si è chiusa così a giugno, con rito abbreviato, la vicenda giudiziaria legata alla morte del pensionato, vittima di uno scippo mortale. Un episodio drammatico che scosse non solo la famiglia, ma l’intera comunità.

Tra le motivazioni della sentenza, depositata nei giorni scorsi dal giudice dell’udienza preliminare Alberto Avenoso, che ha inflitto all’imputato nove anni di carcere, ci sono prove schiaccianti,come il riconoscimento attraverso le telecamere, l’esame del Dna, le intercettazioni telefoniche e la fuga da Perugia.

In particolare  c’è l’analisi delle registrazioni video relative ad un lasso di tempo che va dalle 15 alle ore 16.30 della telecamera comunale installata presso la rotatoria dove convergono via Assisana, viale Santucci via Tuderte e via della Pallotta, nonché della telecamera installata all’interno della Profumeria Limoni in via della Pallotta 38, prossimo a dove è accaduta la tragedia, insieme ad ulteriori elementi di riscontro che hanno portato ad indirizzare le indagini nei confronti dell’imputato.

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E’ stato ricostruito che dopo l’aggressione abbia percorso un tragitto differente (tanto che le telecamere della profumeria non lo inquadreranno al ritorno). La polizia giudiziaria, nel ripercorrere in sede di indagini il tragitto, (dalle scalette prossime al Conad, fino a via Assisana) calcolarono il percorso, a passo spedito, in circa dieci minuti e compatibile con il lasso di tempo dell’aggressione e l’orario di ripresa dell’uomo in via Assisana. Le successive indagini dirette all’identificazione dell’uomo ripreso dalla telecamera - come riportato sulle motivazioni della sentenza – hanno quindi condotto a riscontri decisivi.

Dai tabulati telefonici è emerso inoltre come l’imputato si era allontanato da Perugia il 10 ottobre del 2015, dopo che un precedente indagato era stato scarcerato l’8 ottobre, notizia della quale i media ne avevano dato notizia, per poi allontanarsi dall’Italia nel gennaio del 2016.

Dal Marocco doveva però rientrare in Italia per sistemare una situazione con il bancomat, tanto che nell’ambito dei controlli delle liste passeggeri dei voli dal Marocco all’Italia, i carabinieri di Bologna Borgo Panicale comunicavano che l’uomo era sul volo diretto per il nostro paese. Da lì è iniziato un monitoraggio e pedinamento dell’uomo con tanto di recupero di un mozzicone di sigaretta che poi confermerà il profilo genetico  essere perfettamente corrispondente con una delle componenti  estrapolate dalla cintura del borsello della vittima Maranini.

Il 4 ottobre, scrive il giudice, l’imputato si trovava a Perugia (così come dimostrato dai tabulati telefonici e le celle agganciate) e viveva con il fratello. C’è riscontro con gli indumenti e le riprese video con la testimonianza dei testimoni oculari, c’è la fuga da Perugia e il profilo genetico. 

Il giudice ha inoltre stabilito il risarcimento parti civili: Per il figlio Marco 250mila euro di risarcimento, per la sorella di Loredano (assistita dall'avvocato Giusi Mazziotta) 125mila euro  e per il Comune di Perugia (avvocato Pietro Giovannini) 50mila euro di risarcimento.

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