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Cronaca

Tavola calda cinese chiusa a Perugia: lavoro nero, dipendenti sorvegliati e igiene a rischio

Una sorta di ristorante lager per chi ci lavorava costretto ad essere addirittura video-sorvegliato dal proprio capo. Tasse non versate, lavoratori senza contratto e anche altre leggi non rispettate: scatta super multa

Videosorveglianza sui luoghi di lavoro senza autorizzazione, attività irregolari, lotta al lavoro nero: continua incessante l’attività ispettiva dei carabinieri di Perugia.  Nelle ultime ore un’impresa alimentare – tavola calda -, gestita da cinesi, è stata sospesa a Perugia dai carabinieri al termine di un mirato servizio finalizzato al contrasto del lavoro nero, alla verifica del rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro e di tutela della salute. Si tratta di un noto locale a Ponte San Giovanni: La Quinta Essenza (nome del locale confermato dalla Compagnia di Perugia).

Il servizio ha visto impegnati sul campo gli uomini del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Perugia e dei Nuclei carabinieri Ispettorato del lavoro e tutela della salute, unitamente ad operatori della direzione territoriale del lavoro- servizio ispezione lavoro e della Asl. Il controllo volto alla verifica della regolarità delle posizioni dei lavoratori cinesi e al contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina, ha permesso di accertare anche violazioni della normativa in materia di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, ovvero per non aver esposto nel locale cartelli indicatori della salute dei non fumatori e per non aver aggiornato il sistema di autocontrollo igienicosanitario (che garantisce la salubrità dei prodotti alimentari). 

Sotto il profilo del rispetto della normativa della tutela dei lavoratori, l’attività ispettiva ha permesso di rilevare complessivamente la presenza di 5 lavoratori sui 19 presenti privi di alcuna tutela assicurativa e previdenziale, ossia completamente in nero. Per l’impresa è stata così disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale, avendo riscontrato una percentuale di lavoratori in nero superiore al 20% della forza lavoro presente, come previsto dal testo unico 81/2008 a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

A conclusione delle attività sono state contestate: sanzioni amministrative per complessivi  25.000 euro, per non aver mai consegnato la dichiarazione di assunzione ai 14 lavoratori cinesi regolari accertati, per l’infedele registrazione del libro unico del lavoro, per aver occupato  irregolarmente 5 connazionali, nonché per le summenzionate violazioni a tutela della salute e dell’igiene pubblica. 

A queste si aggiunge un recupero contributivo agli Enti previdenziali e assistenziali ancora in corso di quantificazione.Infine il titolare dell’impresa, un giovane imprenditore cinese di 26 anni, è stato anche denunciato all’Autorità Giudiziaria per aver installato senza alcuna autorizzazione un impianto di videosorveglianza dei lavoratori, con cui aveva la possibilità di controllare, tramite un sistema audiovisivo, quello che facevano i propri dipendenti.   

Continuerà anche nei prossimi giorni l’attività ispettiva dei carabinieri, con un cambio delle fasce orarie e la variazione degli obiettivi, per garantire il controllo su ogni settore produttivo e contrastare lo sfruttamento della manodopera a nero.

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