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Cronaca

Il curioso caso della targa anomala della "Piazzetta della Sinagoga"

La polemica: “Il Comune si metta d’accordo… almeno con se stesso. Se è il primo a non rispettare le proprie prescrizioni, dove andremo a finire?”

Qualcuno – con umorismo sornione, tutto perugino – l’ha paragonata a una lapide funeraria. Anomalo anche il carattere, ossia la dimensione e la tipologia delle lettere, che differiscono rispetto allo standard. Anomalo lo spessore della pietra (sensibilmente più alto), come pure il colore tendente al nocciola, al posto del bianco latte delle altre, come anche la lucidatura, mentre di norma sono opache. Lode, invece, alla scelta delle grappe di ancoraggio: le hanno messe a tre punte, a somiglianza di quelle antiche. Le stesse, per intenderci, che hanno utilizzato per sorreggere la targa di corso Vannucci, in sostituzione di quelle vecchie e rugginose.

“Ma che male c’è?”, si dirà. Semplicemente una questione di uniformità. Si ricorda che, quasi tre anni fa, di questi giorni, in occasione della nuova denominazione della vecchia via dell’Arco in via Claudio Spinelli (in adiacenza al liceo ginnasio Mariotti) il Comune impose alla famiglia Spinelli (che ne sopportò volentieri gli oneri economici) dimensioni, corpo e tipologia di carattere sopra la targa odonomastica.

Anzi: impedì, scioccamente, che sotto il nome del grande Claudio si scrivesse “poeta”, oltre alla data di nascita e di morte (1930-2002), perché i regolamenti vietavano queste indicazioni. Se ne adontarono gli amici dell’Accademia del Dónca (che avevano proposto l’intestazione) ed elevarono vibrate proteste. Ma il gabinetto del sindaco fu irremovibile: “Dura lex, sed lex”! Troppo ligi allora, troppo permissivi ora.

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