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Cronaca

SPECIALE EUmbria - Unipg, studio sui pericoli del web per i ragazzi umbri: 900 intervistati, bullismo e predatori sessuali

Già da tempo (2012) la Commissione europea ha adottato una strategia per rendere il mondo di internet un posto più sicuro per i ragazzi. Attraverso il Programma “Internet Sicuro”, l'UE mira ad arricchire le conoscenze dei ragazzi e dei loro genitori sui pericoli della navigazione sul web. Inoltre, il nuovo regolamento per la gestione dei dati personali, adottato a maggio 2018, ha introdotto un'ulteriore protezione, imponendo un limite di età (tra i 13 ed i 16 anni a discrezione di ogni Stato) sotto il quale è necessario il consenso genitoriale perché un qualsiasi sito Web possa utilizzare dati che riguardano i minori.

La Commissione europea stima che un utente di internet su tre sia un adolescente. Il Web, oltre ad offrire ai ragazzi grandi vantaggi ed opportunità, può anche costituire un pericolo per la privacy e la sicurezza, in particolare dei minori. Sono infatti proprio i ragazzi tra i 12 ed i 16 anni a correre più rischi online, in quanto possono facilmente incappare in siti per adulti, se non in veri e propri trabocchetti virtuali chiamati "online predators". A completare il quadro c’è il rischio di subire un fenomeno tutto nuovo: il cyberbullismo.

Nonostante i tentativi dell'UE di rendere Internet un posto sicuro, i casi di cyberbullismo non diminuiscono. Come ormai noto, si tratta di una forma di molestia verbale o psicologica realizzata attraverso mezzi di comunicazione virtuali, specialmente attraverso i social network. Secondo uno studio commissionato dal Corecom dell'Umbria ed effettuato da Maria Giuseppina Pacilli nel 2018, docente di psicologia sociale dell’Università degli studi di Perugia, più del 45% dei ragazzi intervistati ha inviato messaggi privati offensivi su WhatsApp, invece il 40% ha escluso qualcuno dai gruppi virtuali almeno una o due volte al mese. Questi dati mostrano come due diversi esempi di cyberbullismo siano fenomeni frequenti nella vita dei ragazzi umbri.

I giovani dell'Umbria utilizzano i social quotidianamente e dei 901 studenti intervistati, tutti delle scuole superiori di Perugia e Terni, il 96,3% possiede un profilo social; di questi solo il 3% è totalmente privato. Ben il 91% dei ragazzi ha dichiarato di aver assistito almeno una volta ad episodi di cyberbullismo. Ma anche per i giovani umbri il cyberbullismo non costituisce l'unico pericolo della navigazione in internet: il 28% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver ricevuto richieste di proprie foto da parte di "online predators".

Questo studio dimostra la centralità dei social nella vita dei ragazzi e al tempo stesso la loro vulnerabilità. L'Europa cerca di proteggere con norme sempre nuove chi naviga, ma il problema maggiore per l'UE ed anche per le singole Nazioni, quando si parla di Internet, è quello della sua velocità. Mentre i pericoli della navigazione aumentano ogni giorno risulta difficile per le Istituzioni stare al passo con i tempi ed intervenire attraverso leggi che tutelino gli utenti in modo efficace.

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