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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Studenti cinesi invitati a pagare l'associazione "fantasma" per iscriversi all'Università per Stranieri

In duecento giunti con i progetti Turandot e Marco Polo protestano e minacciano esposti: "E' legale?"

Gli studenti cinesi, che usufruiscono di progetti di cooperazione internazionale, arrivano in Italia dopo una prima scelta effettuata in Cina dalle autorità e poi si servono di agenzie specializzate per questo tipi di scambi culturali. Non si era mai sentito, però, di un obbligo di iscriversi ad associazioni culturali senza la quale non ci si può iscrivere ai corsi universitari né sostenere l’esame finale di italiano.

Almeno è quello che starebbe accadendo a Perugia, in particolare ad opera di una presunta associazione culturale cinese (non registrata in Italia) che si propone ai giovani studenti del Celeste impero che arrivano a Perugia per studiare l’italiano. Associazione che risulta presente anche nel sito dell’Università per Stranieri con un banner nella pagina dei programmi Turandot e Marco Polo. Cliccando sul banner, però, la pagina corrspondente non si apre.

Molti studenti cinesi hanno raccontato quanto accaduto, riferendo di essere stati avvicinati da connazionali appartenenti a detta associazione, presentatisi come partner ufficiali dell’Università, con l’invito diretto ad iscriversi all’associazione stessa, dietro pagamento di una quota di 7.500 euro, assicurando che il superamento degli esami di lingua e la stessa ammissione all'università sarebbero condizionati da detta iscrizione.

Siccome si tratta di corsi universitari, di una università statale italiana, la cosa appare decisamente dubbia, se non un vero e proprio reato, con l’aggravante che i giovani cinesi sono giunti in Italia da poco, conoscono poco o nulla l’italiano e nella guida ufficiale dell’università non si dice nulla a tal proposito.

Per far credere che l’iscrizione sia indispensabile, vengono mostrate foto di iniziative pubbliche con l’Università e il Comune, facendo credere che si tratti di collaborazioni che, però, non sono supportate da accordi sottoscritti.

Da qui la richiesta di chiarezza degli studenti cinesi (sono duecento quelli che lo chiedono) sulla effettiva collaborazione tra l’associazione e gli enti cittadini, se le certificazioni che rilascia abbiano un qualche valore legale e, soprattutto, se è obbligatorio iscriversi all’associazione per frequentare i corsi universitari (non si teme di incorrere in errore rispondendo “no”).

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